avvocato per successione ereditaria

Articolo di Antonio Strangio

Come fare la dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale funzionale al pagamento dell'imposta di successione. Vediamo come funziona questo istituto.
come fare la dichiarazione di successione
avvocato per successione ereditaria
Articolo di Antonio Strangio

Come fare la dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale funzionale al pagamento dell'imposta di successione. Vediamo come funziona questo istituto.

La dichiarazione di successione è un atto obbligatorio che deve essere presentato quando una persona viene a mancare, trasferendo i propri beni agli eredi. Questa procedura è necessaria per regolarizzare la posizione fiscale e patrimoniale del defunto e dei suoi successori. È fondamentale comprendere come si fa la successione per evitare errori che potrebbero comportare sanzioni o complicazioni legali.

Cos’è la dichiarazione di successione?

La dichiarazione di successione è un atto giuridico obbligatorio che deve essere presentato dagli eredi, legatari o dai loro rappresentanti legali in seguito al decesso di una persona. Questo documento ha lo scopo di comunicare all’Agenzia delle Entrate l’avvenuto trasferimento del patrimonio del defunto ai suoi successori. Il termine per la presentazione della dichiarazione di successione è di 12 mesi dalla data del decesso. La mancata presentazione entro questo termine comporta sanzioni amministrative e interessi moratori.

La dichiarazione include un elenco dettagliato dei beni mobili e immobili, delle quote societarie, dei conti bancari e degli altri diritti patrimoniali appartenenti al defunto. È anche necessario indicare eventuali passività, come debiti o ipoteche, che possono influire sul calcolo dell’imposta di successione.

L’obbligo della dichiarazione ricade su tutti gli eredi e legatari, compresi quelli che rinunciano all’eredità, i quali devono comunque comunicare la loro decisione attraverso specifiche modalità. Il documento può essere compilato direttamente dagli interessati o tramite l’assistenza di un professionista abilitato come un notaio o un commercialista.

Una volta compilata, la dichiarazione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate competente in base alla residenza del defunto.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione

Quando gli interessati alla successione sono numerosi, non è raro che sorgano discussioni su chi debba occuparsi della pratica di successione. Come si può immaginare, per quanto detto fin qui, il procedimento è pieno di cavilli burocratici. Motivo per cui non tutti potrebbero volersi assumere la responsabilità di eventuali errori.

La legge si è preoccupata di individuare esattamente i soggetti tenuti a presentare la dichiarazione:

  • I chiamati all’eredità, ovvero tutti i soggetti (persone fisiche o giuridiche) che non hanno ancora accettato l’eredità, ai quali potenzialmente può essere trasmesso il patrimonio del defunto o una sua quota;
  • Gli eredi: la qualità di erede, secondo legge, si acquista con l’accettazione (espressa o tacita) dell’eredità;
  • I legatari: sono destinatari di uno o più beni oppure uno o più diritti, determinati dal defunto con testamento (ad esempio, la persona a cui il defunto lascia un appartamento è un legatario e non un erede);
  • I rappresentanti legali degli eredi o dei legatari;
  • Gli amministratori dell’eredità;
  • I curatori dell’eredità giacente;
  • Gli esecutori testamentari, ovvero i soggetti a cui il defunto può dare il compito di curare le sue ultime volontà, espresse nel testamento;
  • I trustee: il trust è un istituto giuridico nel quale vengono trasferiti i beni del disponente (o settlor), nel caso di specie il defunto, affinché vengano amministrati e gestiti in favore di altri soggetti (beneficiari), a cui l’amministratore (trustee) dovrà trasferirli dopo un periodo di tempo o una volta raggiunto uno scopo.

È sufficiente che la dichiarazione sia sottoscritta da uno solo dei soggetti obbligati.

Chi non deve presentare la dichiarazione

Può sembrare strano, ma ci sono casi in cui la dichiarazione di successione non deve essere presentata. In particolare, la dichiarazione non va presentata se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto e l’attivo ereditario (valore dei beni) non è superiore a 100.000 euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari (fabbricati e terreni).

Quali beni riguarda la dichiarazione di successione

Nella dichiarazione di successione devono essere indicati tutti i beni e i diritti di cui il defunto era titolare in vita, che corrispondono al suo patrimonio. Tra questi beni e diritti vi rientrano:

  • I beni immobili, quindi fabbricati e terreni;
  • I beni mobili e titoli al portatore posseduti dal defunto o depositati presso altri a suo nome;
  • Denaro, gioielli, preziosi e mobilia (tra cui quadri ed opere d’arte);
  • Rendite, pensioni e crediti;
  • Aziende agricole e commerciali, quote sociali, azioni o obbligazioni;
  • Navi, imbarcazioni e aeromobili che non fanno parte di aziende.

L’indicazione di questi beni e diritti è indispensabile perché su di essi andrà calcolata l’imposta di successione da pagare in favore del fisco.

Cosa serve per la dichiarazione di successione

Quando ci si appresta ad avviare una pratica di successione, è sempre necessario avere a disposizione una documentazione precisa e dettagliata. Le persone ne sono consapevoli e spesso chiedono quali siano i “documenti per successione” necessari per la dichiarazione di successione.

Di solito, è necessario munirsi di:

  1. Certificato di morte del defunto o autocertificazione;
  2. Certificato di ultima residenza o autocertificazione;
  3. Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà rilasciata dall’erede che presenta la dichiarazione, contenente gli estremi dell’atto di morte, gli eredi, il tipo di successione (legittima o testamentaria) e il regime patrimoniale dei coniugi (ove applicabile) o autocertificazione.
  4. Visure catastali dei beni immobili, anche se non più obbligatorie;
  5. Copia autenticata dal notaio del testamento o atto di successione (in caso di successione testamentaria), eventuale atto di rinuncia all’eredità;
  6. Prospetto dell’autoliquidazione delle imposte ipotecaria e catastale;
  7. Ricevuta di pagamento delle imposte di cui al punto precedente (mod. F23);
  8. Certificato di destinazione urbanistica, quando la successione include terreni, o autocertificazione;
  9. Dichiarazione dell’istituto di credito per conti correnti bancari, se esistenti nell’asse ereditario;
  10. Copia del contratto di mutuo e mod. 237 per inserire eventuali mutui tra le passività, se esistenti nell’asse ereditario;
  11. Ricevuta delle spese funerarie, se è dovuta l’imposta di successione.

Alla documentazione sopra elencata si aggiungono altri certificati specifici, come eventuali atti giudiziari relativi a cause in corso o concluse in favore o contro il defunto. È anche importante includere un elenco dettagliato dei debiti e dei crediti del defunto al momento della sua morte. Infine, ogni erede dovrà presentare un proprio documento d’identità valido.

La raccolta completa e accurata di questi documenti non solo facilita la procedura di successione ma evita anche potenziali ritardi o problemi legali.

Dove si presenta la dichiarazione di successione

Oggi la dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate esclusivamente online, utilizzando gli appositi servizi telematici a cui si accede con un’utenza SPID o Fisconline/Entratel.

Per compilare la dichiarazione di successione, è necessario scaricare un programma (software) dal sito dell’Agenzia chiamato “Dichiarazione di successione e domanda di volture catastali”. Questo programma serve per compilare e inviare la dichiarazione. Anche se a prima vista può sembrare poco intuitivo, il programma è facile da usare e l’Agenzia mette a disposizione una guida esaustiva da seguire per presentare correttamente la dichiarazione. Una volta compilati tutti i campi, la dichiarazione può essere inviata. La prova della presentazione è data dalla ricevuta trasmessa telematicamente dall’Agenzia stessa.

Per le pratiche di successione ci si può rivolgere a un intermediario abilitato (ad esempio, professionisti o CAF) o il contribuente può occuparsene direttamente presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate.

Quando fare la dichiarazione di successione

La dichiarazione deve essere presentata entro dodici mesi dalla data di apertura della successione, che coincide il decesso della persona.

Come si diceva, la mancata presentazione della dichiarazione entro i termini può comportare una sanzione che va dal 120% al 240% dell’imposta liquidata e se non è dovuta imposta si applica la sanzione amministrativa da 250 a 1.000 euro;

Va precisato che qualora la dichiarazione sia presentata con un ritardo non superiore a 30 giorni si applica la sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’imposta liquidata e se non è dovuta imposta si applica la sanzione amministrativa da 150 a 500 €.

Va comunque precisato che è possibile effettuare il pagamento dell’imposta con una sanzione ridotta prima che avvenga l’accertamento da parte dell’ufficio (si chiama “ravvedimento operoso” ). La sanzione è pari ad una percentuale ridotta delle imposte dovute a secondo del ritardo.

Vediamo i vari casi di ritardo in base al momento in cui viene fatto il pagamento:

  • entro 15 gg dalla scadenza la sanzione è pari allo 0,1% delle imposte dovute per ogni giorno di ritardo;
  • entro 30 gg dalla scadenza la sanzione è pari al 1,5%;
  • entro 90 gg dalla scadenza la sanzione è pari al 1,67%;
  • entro 1 anno dalla scadenza la sanzione è pari al 3,75%;
  • oltre 1 anno ma entro il 2° dalla scadenza la sanzione è pari al 4,29%;
  • oltre 2 anni dalla scadenza la sanzione è pari al 5%.

Il versamento della sanzione ridotta deve essere eseguito contestualmente al pagamento, in ritardo, del tributo, nonché al pagamento degli interessi moratori (al tasso legale) dovuti.

E’ quindi sempre consigliabile avviare le pratiche successione per tempo così da evitare sanzioni e, comunque, in caso di ritardo, adoperarsi per pagare immediatamente evitando che sia l’Agenzia delle Entrate a chiedere il pagamento con atto di accertamento.

Quali beni riguarda la dichiarazione di successione

Nella dichiarazione di successione devono essere indicati tutti i beni e i diritti di cui il defunto era titolare in vita, che corrispondono al suo patrimonio. Tra questi beni e diritti vi rientrano:

  • I beni immobili, quindi fabbricati e terreni;
  • I beni mobili e titoli al portatore posseduti dal defunto o depositati presso altri a suo nome;
  • Denaro, gioielli, preziosi e mobilia (tra cui quadri ed opere d’arte);
  • Rendite, pensioni e crediti;
  • Aziende agricole e commerciali, quote sociali, azioni o obbligazioni;
  • Navi, imbarcazioni e aeromobili che non fanno parte di aziende.

L’indicazione di questi beni e diritti è indispensabile perché su di essi andrà calcolata l’imposta di successione da pagare in favore del fisco.

A quanto ammonta l’imposta di successione

La questione forse più ricorrente riguarda proprio l’ammontare dell’imposta di successione. Questa imposta, diversamente dalle altre, viene liquidata dall’ufficio in base ai dati indicati nella dichiarazione, tenendo conto anche delle eventuali dichiarazioni sostitutive che danno diritto a riduzioni o agevolazioni. Il pagamento dell’imposta di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione. Scaduto tale termine, si rendono applicabili, oltre alle sanzioni, anche gli interessi di mora. L’entità del suddetto tributo è commisurata al grado di parentela degli eredi rispetto al defunto.

In particolare, le aliquote sono:

  • 4% per il coniuge e i parenti in linea retta per i patrimoni di valore superiore a 1.000.000 euro;
  • 6% per i fratelli e sorelle per i patrimoni di valore superiore a 100.000 euro;
  • 6% per i parenti fino al 4° grado, affini in linea retta ed affini in linea collaterale fino al 3° grado, senza alcun limite di valore;
  • 8% per tutti gli altri soggetti, senza alcun limite di valore.

Se l’erede è portatore di handicap grave riconosciuto, il limite è aumentato a un milione e mezzo di euro.

All’imposta di successione vanno aggiunte le imposte ipotecaria e catastale, che sono dovute rispettivamente con l’aliquota del 2% e dell’1%, da applicare al valore imponibile degli immobili oggetto di trasmissione ereditaria.

La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale di particolare importanza caratterizzato da un procedimento abbastanza complesso. Per queste ragioni è opportuno farsi assistere sempre da professionisti specializzati in materia, specialmente quando si tratta di successioni aventi a oggetto beni di valore, per evitare di commettere errori che potrebbero comportare l’applicazione di ingenti sanzioni da parte del fisco.

Conclusioni sulla dichiarazione di successione

Abbiamo cercato di riassumere in maniera essenziale i principali aspetti da tenere in considerazione relativamente alla dichiarazione di successione. Come avrai certamente compreso, la dichiarazione di successione è un adempimento fiscale di particolare importanza caratterizzato da un procedimento abbastanza complesso. Per queste ragioni è opportuno farsi assistere sempre da professionisti specializzati in materia, specie quando si tratta di successioni aventi a oggetto beni di valore, per evitare di commettere errori che potrebbero comportare l’applicazioni d’ingenti sanzioni da parte del fisco.

avvocato per successione ereditaria
Avv. Antonio Strangio

Avvocato per vocazione, sono appassionato di diritto delle successioni e diritto di impresa. Materie su cui si focalizza la mia attività professionale. 

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