La prematura scomparsa del proprietario di una rinomata pasticceria artigianale, senza un testamento, lascia i suoi tre figli, gli unici eredi, di fronte a una situazione inaspettata e impegnativa. Oltre al dolore per la perdita, si trovano a dover gestire le questioni legate all’eredità dell’attività di famiglia, un compito che richiede decisioni immediate e ponderate per il futuro dell’impresa.
Questo breve articolo si propone di delineare, in modo conciso e comprensibile, il funzionamento della comunione ereditaria relativa a un’impresa individuale. L’obiettivo è fornire orientamenti pratici e suggerimenti per affrontare e risolvere le problematiche più comuni che si presentano in tali circostanze.
La situazione descritta solleva questioni fondamentali: come si procede in assenza di indicazioni testamentarie? Quali sono i passi da seguire per gli eredi che si trovano a condividere la proprietà di un’attività commerciale?
La finalità di questo articolo è illustrare, con chiarezza e precisione, le normative che disciplinano la successione d’impresa, mettendo in luce le diverse strade che gli eredi possono percorrere per gestire l’eredità in modo efficace. L’obiettivo è garantire la salvaguardia del valore e la possibile prosecuzione dell’attività o, qualora fosse necessario, indirizzare verso decisioni alternative.
Cosa succede alla ditta individuale in caso di comunione ereditaria tra più eredi
La ditta individuale, profondamente legata alla figura dell’imprenditore che l’ha fondata e portata al successo, si trova di fronte a un futuro nebuloso dopo la sua scomparsa. Gli eredi, confrontati con il lutto, devono affrontare decisioni importanti che determineranno il percorso dell’azienda.
È pertanto necessario analizzare le disposizioni legali che influenzano l’eredità dell’impresa all’interno della comunione ereditaria, considerando le implicazioni per gli eredi e delineando le opzioni per il futuro dell’attività, sia che si opti per la sua continuazione sia per la sua liquidazione.
Si pone un quesito fondamentale: quale destino attende la ditta individuale nel quadro della comunione ereditaria?
Per approcciare questa domanda, è utile definire con precisione il termine comunione ereditaria.
La comunione ereditaria descrive la condizione in cui più individui ereditano parti di un patrimonio, diventando cosí coeredi. Questo insieme di beni può includere varietà di asset, come immobili, conti bancari e investimenti, e nel nostro caso specifico, l’azienda.
Tale situazione di condivisione del patrimonio persiste fino alla sua divisione ufficiale, momento in cui ciascun erede ha diritti equivalenti su ogni elemento del patrimonio, indipendentemente dalla dimensione della propria quota.
Nell’esempio preso in considerazione, la proprietà della pasticceria passa ai tre figli dell’imprenditore defunto, che ora condividono la responsabilità dell’impresa familiare.
Comunione ereditaria della ditta individuale: cosa fare
Chiarito cosa si intende per comunione ereditaria, vediamo nel concreto cosa possono fare gli eredi chiamati a succedere nella titolarità di un’azienda esercitata sotto forma di impresa (o ditta) individuale.
Occorre distinguere il caso per cui gli eredi decidono di proseguire l’attività d’impresa, da quello per cui decidono invece di chiudere.
Gli eredi decidono di non proseguire l’attività aziendale
In questo caso, la gestione della stessa è soggetta alle regole della comunione. Ciò significa che gli eredi, se non decidono di vendere l’azienda, potranno solo godere dei beni componenti l’azienda e percepire i frutti.
Tradotto, significa che i tre fratelli del nostro caso, eredi della pasticceria, potranno beneficiare della pasticceria (locale, macchinari, ecc.) solo per avere un rendita dalla stessa ma non già con l’intento speculativo. Per esempio, potranno decidere di concedere in gestione l’attività e godere del canone di “affitto” dell’azienda.
Gli eredi decidono di proseguire l’attività d’impresa
In questo caso, la comunione ereditaria è assimilabile alla società di fatto che deve poi essere regolarizzata entro un anno, in una società regolare di persone o di capitali.
Fino a quando la società non viene iscritta nel registro delle imprese, essa è regolata dalle disposizioni relative alla società in nome collettivo e di conseguenza ha una minore autonomia patrimoniale, rispetto alle società regolari.
Esercitare attività di impresa sotto forma di società di persone può essere davvero rischioso.
Tra poco ti spiego il perché.
Prima però, ti illustro alcuni adempimenti fiscali e amministrativi che gli eredi che vogliono proseguire l’attività devo effettuare.
Adempimenti fiscali e amministrativi per la ditta individuale caduta in successione.
Come anticipavo, alla morte dell’imprenditore titolare della ditta individuale, gli eredi che vogliono proseguire nell’attività devono eseguire alcuni adempimenti amministrativi e fiscali per operare in piena legalità:
- Entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, gli eredi dovranno presentare la dichiarazione di successione;
- Entro 30 giorni dalla morte dell’imprenditore, il rappresentante legale della comunione ereditaria dovrà presentare la variazione dati IVA indicando i dati identificativi della comunione ereditaria;
- Il trasferimento dell’impresa individuale ai propri familiari mortis causa, è un’operazione fiscalmente neutrale, in quanto non è soggetta a tassazione, quando gli eredi proseguono nell’attività di impresa e quando i valori contabili dei beni che compongono l’azienda in successione restano invariati rispetto a quelli che avevano in capo all’imprenditore deceduto.
- A seguito del decesso gli eredi o anche uno solo di essi dovranno occuparsi di presentare la dichiarazione dei redditi e le altre dichiarazioni/comunicazioni fiscali relative alla posizione del contribuente deceduto.
Comunione ereditaria della ditta individuale: i problemi più comuni
Come ti dicevo, esercitare attività di impresa come società di fatto e quindi società di persone, può comportare qualche rischio rilevante.
Infatti, devi sapere che tra i problemi più comuni che gli eredi di un’impresa esercitata sotto forma di ditta individuale possono trovarsi a dover affrontare, vi sono sicuramente quello della società di fatto e quello del valore da attribuire all’azienda in fase di divisione.
Affrontiamoli distintamente.
Il problema della ditta individuale in comunione ereditaria quale società di fatto.
Dicevo che, qualora chi abbia ereditato una azienda esercitata sotto forma di ditta individuale decidesse di proseguire nell’attività con gli altri coeredi, si potrebbe porre il problema della qualificazione dell’impresa quale “società di fatto”.
Questo potrebbe avere delle ripercussioni molto negative sull’attività perché alla società di fatto si applicano le regole della società di persone (società semplice o società in nome collettivo, a secondo dell’attività esercitata).
Nel caso del nostro esempio, ovvero quello dei tre fratelli che hanno ereditato la pasticceria del padre, potrebbe verificarsi quanto di seguito:
Un creditore dell’azienda, ad esempio un fornitore, potrebbe agire in giudizio davanti ad un Tribunale per fare in modo che venga accertata l’esistenza della società di fatto.
Se, formalmente, il titolare della pasticceria, all’esito della successione ereditaria, è il fratello più grande, che chiameremo Mario, potrebbe risultare in giudizio che, nella sostanza, Mario è socio con i suoi due fratelli Giovanni e Alessio.
Se ciò venisse realmente accertato, allora il creditore potrebbe attaccare, oltre al patrimonio di Mario, anche quello dei suoi fratelli, Giovanni e Alessio, che risponderebbero anche dei debiti contratti per l’esercizio dell’attività di impresa.
Un problema non da poco, direi.
Il problema della valutazione della ditta individuale in comunione ereditaria in sede di divisione ereditaria.
Altro problema.
Mettiamo che la pasticceria venga gestita e condotta solo da Mario, che ci lavorava già con il padre da molti anni, mentre Giovanni e Alessio sono ormai due professionisti affermati in altri settori economici.
Dopo la morte del padre, Mario ha continuato a gestire l’attività in autonomia, investendoci tante risorse.
La pasticceria, dopo cinque anni dalla morte del padre, prosegue molto bene, ha triplicato gli incassi e vale il doppio rispetto.
Giovanni e Alessio chiedono a Mario che si proceda con la divisione dell’eredità.
Mario vorrebbe tenere per sé la pasticceria.
Ma quanto vale? Quanto dovrebbe corrispondere ai fratelli per liquidarli?
La questione in realtà è dibattuta: per alcuni Tribunali, la stima deve essere attuale cioè va riferita al momento della divisione e non a quello dell’apertura della successione.
Se così fosse, Mario verrebbe pregiudicato: per liquidare i fratelli dovrebbe pagare molto di più di quanto avrebbe fatto se si fosse tenuto conto del valore del bene alla morte del padre.
Secondo un orientamento più recente invece, quando si tratta di beni economici produttivi (quali l’azienda) le consistenze, l’avviamento e dunque il complessivo valore aziendale, devono essere fissati, ai fini divisionali, alla data di apertura della successione; le spese, gli incrementi o i decrementi aziendali successivi a tale data, essendo riferibili all’attività imprenditoriale di uno solo degli eredi, non rientrano nella comunione ereditaria e rimangono di spettanza dell’erede che ha continuato l’attività.
Quindi, tornando al nostro esempio,se questa fosse la tesi da accogliere, la stima della pasticceria dovrà essere fatta tenendo conto del valore che aveva al momento dell’apertura della successione, quindi alla morte del padre e le spese ed i miglioramenti sostenuti dal solo Mario non verrebbero considerati parti della comunione per cui i due fratelli nulla potrebbero pretendere sui miglioramenti derivanti dagli investimenti di Mario.
Conclusioni sulla comunione ereditaria della ditta individuale
Come avrai capito, la comunione ereditaria che si forma sulla ditta individuale può creare non pochi problemi.
A prescindere dagli adempimenti fiscali e contabili, alle volte molto complessi, vengono in rilievo non pochi problemi legali quali la possibile esistenza di una società di fatto, il valore da attribuire all’azienda in fase di divisione, i rapporti con creditori e debitori, i rischi di conflitti tra eredi per la gestione ecc.
Il mio consiglio, diretto all’imprenditore titolare di ditta individuale che voglia prevenire questi problemi evitando di gravare gli eredi, è quello di organizzare per tempo la propria successione pianificando, con l’aiuto di professionisti, un passaggio generazionale ottimale.
Agli eredi, invece, consiglio di affrontare la situazione con sollecitudine e serenità quando possibile, cercando di risolvere e prevenire ogni potenziale problema adottando i migliori strumenti giuridici disponibili. Molta attenzione va prestata, qualora si decidesse di proseguire l’attività, nella strutturazione degli assetti societari così da limitare i problemi e comunque favorire una rapida soluzione.
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