avvocato per successione ereditaria

Articolo di Antonio Strangio

Divieto di patti successori: analisi della normativa e delle sue implicazioni

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avvocato per successione ereditaria
Articolo di Antonio Strangio

Divieto di patti successori: analisi della normativa e delle sue implicazioni

In Italia, a differenza che in altri Paesi (per esempio Germania, Svizzera e Regno Unito) i patti successori sono vietati. Questo divieto è sancito espressamente dall’articolo 458 del codice civile che sanziona con la nullità, salvo qualche eccezione, ogni patto con cui una persona dispone della propria successione, dei diritti di una successione che si deve ancora aprire o, comunque, ogni patto avente a oggetto la rinuncia a diritti successori su una successione ancora da aprirsi.

Per quanto non siano sempre evidenti, i patti successori sono molto frequenti nella prassi e spesso la loro esistenza diventa determinante per le sorti di una successione.

In questo articolo ti spiego cosa è un patto successorio, come riconoscerlo e come comportarsi in presenza di esso.

Divieto dei patti successori: una visione d’insieme

Iniziamo dalla domanda più importante: che cosa è un patto successorio?

Il patto successorio è un accordo (a volte anche un atto unilaterale) che ha come oggetto la successione di una persona non ancora defunta. In sostanza, con il patto successorio una persona si accorda con un terzo circa le sorti della sua successione (quindi del suo patrimonio) prima ancora di passare a miglior vita.

Tipologie di patti successori

In Italia esistono tre tipologie di patti successori: 

  1. quelli istitutivi, 
  2. quelli dispositivi 
  3. quelli abdicativi (o rinunciativi). 

Ognuna di queste categorie ha caratteristiche diverse.

Patti successori istitutivi

Il patto successorio istitutivo è un accordo con cui una persona viene scelta come erede da un’altra per il futuro. Ad esempio, Mario e suo figlio Alberto possono fare un accordo secondo cui Alberto paga dei soldi al padre e questi si impegna a nominarlo suo erede universale per il futuro.

Patti successori dispositivi

Il patto successorio dispositivo è un accordo con cui una persona dispone di diritti che prevede di ottenere da una successione di un’altra persona presumendo di essere, in futuro, erede o legatario di quella persona. 

Immagina che Maria, una giovane signora, dichiari di vendere a Giovanni, suo lontano cugino, la piena proprietà dell’appartamento che ella erediterà per successione allo Zio Giacomo, del quale sa, o meglio presume, di essere l’unico successore. 

Patti successori abdicativi

Il patto successorio abdicativo, invece, è un accordo con cui una persona rinuncia ai diritti che potrebbe avere su un’eredità che non è ancora disponibile. Questi accordi possono essere fatti come contratti o come decisioni di una sola persona. Ad esempio, qualcuno potrebbe rinunciare al diritto di ereditare i beni di un’altra persona ancora in vita

Eccezioni al divieto del patto successorio

Come anticipavo, l’art. 458 del codice civile pone un generale divieto di stipulare patti successori. Tuttavia, in alcuni casi, la legge ammette eccezionalmente alcuni patti successori. 

Il Patto di Famiglia

Il patto di famiglia è probabilmente l’esempio più evidente di eccezione al divieto di patti successori.

Che cos’è il patto di famiglia

Il “patto di famiglia” è un contratto con cui un soggetto (imprenditore o titolare di partecipazioni societarie), denominato “disponente”, dispone della propria azienda o di partecipazioni societarie a favore di uno dei suoi discendenti, denominato “assegnatario”. 

E’ importante precisare che a tale accordo devono partecipare altresì i soggetti che sarebbero i legittimari del disponente se si aprisse la sua successione a causa di morte al momento della stipula del patto di famiglia (si tratta, ad esempio, del coniuge, della persona unita civilmente e dei figli del disponente): infatti questi soggetti devono essere liquidati (pagati) dalla persona che riceve l’azienda in base al valore di quanto ricevuto dal disponente, con una somma di denaro calcolata in proporzione alle quote che spetterebbero ai legittimari alla apertura della successione.

Si pensi, ad esempio, al caso in cui l’imprenditore Orlando, titolare di un’azienda che produce vernici, abbia moglie e due figli, Salvatore e Luca: Orlando – mediante il patto di famiglia – può trasferire la titolarità della sua azienda al figlio Salvatore (il quale si è dimostrato particolarmente abile nella gestione degli affari aziendali) per favorire la continuità dell’impresa di famiglia e, a sua volta, Salvatore deve contestualmente liquidare la madre e il fratello Luca  pagando una determinata somma di denaro in modo tale che questi non abbiano più nulla a che pretendere nel momento dell’apertura della successione di Orlando.

Il fine di tale contratto è di agevolare e anticipare il “passaggio generazionale” nella titolarità dell’azienda o delle partecipazioni societarie dal disponente, nei confronti di chi – tra i suoi discendenti – ritiene il più idoneo per un simile ruolo, così da rendere stabile tale trasferimento (quindi, implicitamente, tutelare la produttività dell’impresa stessa).

Tale finalità è raggiunta dalla legge prevedendo che quanto assegnato col patto di famiglia non sia soggetto né a collazione né ad azione di riduzione al momento dell’apertura della successione del disponente.

Proprio per lo scopo perseguito, ovvero quello di favorire il passaggio generazionale di imprese e partecipazioni societarie, il patto di famiglia, che nella sostanza è un patto successorio, viene eccezionalmente ammesso dalla legge italiana. 

La rinuncia alla successione futura

Può accadere, e ti assicuro che accade spesso, che una persona si impegni a rinunciare, e poi effettivamente rinunci, all’eredità futura di un’altra persona. 

Esempio: Francesca, moglie di Giacomo, si impegna nei confronti del marito a rinunciare, e poi effettivamente rinuncia, all’eredità di questi affinché la stessa eredità vada, ai nipoti di Giacomo, figli del fratello, Federico e Simone. 

Francesca ha eseguito un patto successorio rinunciativo che, per forza di cose, deve essere considerato nullo. 

Potrebbe impugnare la rinuncia all’eredità perché fatta sulla base di un accordo nullo e quindi accettare l’eredità a lei lasciata come moglie?

No. L’unica azione possibile per chi si è impegnato a rinunciare alla successione futura ed ha poi eseguito l’accordo è quello di ritirare la rinuncia stessa, come previsto dall’articolo 525 del Codice Civile. 

Questa norma consente al rinunciante di accettare l’eredità fino a quando il diritto di farlo non è scaduto per i potenziali eredi. 

Quindi, è fattibile ritirare la rinuncia e accettare l’eredità entro un periodo massimo di dieci anni. 

Questa situazione tuttavia presenta uno svantaggio: se qualcuno dei chiamati in subordine ha già accettato l’eredità precedentemente rinunciata (da Francesca, nel nostro esempio) non sarà possibile “ritirare” la rinuncia all’eredità. 

Conseguenze della violazione del divieto dei patti successori

I patti successori sono sempre nulli e la nullità può essere fatta accertare da un giudice da chiunque abbia un interesse, in qualsiasi momento, poiché non c’è un limite di tempo per farlo. È un diritto che non scade mai.

In passato qualcuno mi ha chiesto: è possibile risolvere questa situazione e far sì che questi patti diventino validi? 

La risposta non può che essere negativa: un contratto nullo non può essere reso valido, a meno che la legge non dica diversamente. Quindi, non c’è modo di correggere questa nullità. 

Neppure è possibile superare il problema considerando il patto successorio come fosse testamento

Anche se il patto, astrattamente, rispettasse i tutti requisiti previsti dalla legge per il testamento, non sarebbe consentito convertirlo in testamento in quanto, in questi casi, la nullità dipende da un comportamento illegale o contrario a una legge importante ovvero dalla violazione dell’art. 458 del Codice Civile. Perciò, se si permettesse questa conversione, si finirebbe per violare questa norma e lasciare che i patti successori proibiti regolino l’eredità della persona deceduta. 

Inoltre, è importante sottolineare che i patti successori non hanno mai la forma richiesta per un testamento, poiché quest’ultimo è un atto unilaterale e non un contratto.

Il divieto dei patti successori e le sue implicazioni per la pianificazione successoria

Il divieto dei patti successori in Italia è un concetto legale di cui spesso non si ha piena consapevolezza, ma che riveste un’importanza fondamentale per la pianificazione successoria. 

Spesso, inavvertitamente, nel pianificare la propria successione si utilizzano dei patti successori che, come detto, sono vietati dal nostro ordinamento.  E quando ciò accade, il rischio di far cadere nel nulla tutta la strategia di pianificazione successoria è elevatissimo

Un esempio, tratto da un caso da me affrontato, ti aiuterà a capire l’impatto che un patto successorio può avere sulla pianificazione successoria. 

Due coniugi ultraottantenni, senza figli, si accordavano affinché, in caso di premorienza della moglie, il marito avrebbe rinunciato alla quota legittima spettante sull’eredità del coniuge e ciò allo scopo di favorire alcuni nipoti della moglie in luogo dei nipoti da parte del marito. 

Tale accordo veniva formalizzato per iscritto.

Accade che a morire per prima, a causa di una situazione di salute già compromessa, sia la moglie. 

Il marito, come da accordo, non pretende nulla in relazione alla legittima lui spettante. 

Tuttavia, dopo qualche mese, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, viene nominato suo amministratore di sostegno il nipote, figlio del fratello.

Quest’ultimo, in qualità di amministratore di sostegno, decide di pretendere la legittima spettante allo zio e così intenta una causa in danno dei nipoti della moglie dello zio già deceduta.

Il contenzioso ha esito positivo per il nipote, amministratore di sostegno, in quanto, l’accordo con cui il marito si era impegnato a non pretendere nulla sulla legittima della moglie viene qualificato dal Tribunale quale patto successorio, nullo e quindi non produttivo di effetti.

Ecco come la presenza di un patto successorio ha drasticamente inciso sulla pianificazione successoria dei coniugi. 

Cosa fare in presenza di un patto successorio potenzialmente illegale

Arrivati a questo punto, spero ti sia chiaro come riconoscere un patto successorio e quali possono essere le potenziali conseguenze legali dello stesso. 

Per esperienza, ti posso garantire che le situazioni in cui si è in presenza di patti successori possono rivelarsi tra le più difficili da gestire.

Il mio consiglio, sia che tu possa trarre beneficio da un patto successorio nullo, sia che ciò possa impattare negativamente sui tuoi diritti di erede sia, ancora, che tu voglia pianificare correttamente la tua successione, è sempre quello di rivolgersi a un legale esperto in materia di successioni al fine di ottenere un parere o una consulenza preventiva. 

Intentare azioni legali senza una valutazione preventiva da parte di un esperto potrebbe costare veramente caro, in termini di tempo e, soprattutto, di denaro.  

Io faccio consulenze e rilascio pareri a distanza, in video chiamata o per iscritto. Se ti trovi coinvolto in una situazione relativa a patti successori potenzialmente nulli puoi contattarmi per richiedere una consulenza a pagamento cliccando il bottone qui in basso.

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Avv. Antonio Strangio

Avvocato per vocazione, sono appassionato di diritto delle successioni e diritto di impresa. Materie su cui si focalizza la mia attività professionale. 

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