avvocato per successione ereditaria

Articolo di Antonio Strangio

Come si dividono i beni in successione? Guida alla divisione dell’eredità

Scopri tutto ciò che c'è da sapere sulla divisione ereditaria, il processo legale, i diritti degli eredi e i consigli per gestire al meglio questa situazione complessa e delicata.
divisione ereditaria
avvocato per successione ereditaria
Articolo di Antonio Strangio

Come si dividono i beni in successione? Guida alla divisione dell’eredità

Scopri tutto ciò che c'è da sapere sulla divisione ereditaria, il processo legale, i diritti degli eredi e i consigli per gestire al meglio questa situazione complessa e delicata.

La divisione ereditaria è quel processo che permette di “dividere i beni” tra gli eredi dopo la morte di una persona.

Quando qualcuno muore lasciando più eredi, ad esempio coniuge e due o più figli, questi diventano automaticamente comproprietari di tutti i beni del defunto. Questa situazione si chiama “comunione ereditaria” e significa che nessuno è proprietario esclusivo di nulla: tutti possiedono tutto insieme.

La divisione ereditaria serve proprio a sciogliere questa comproprietà, assegnando a ciascun erede beni specifici o quote precise. In pratica, si passa dal “possedere tutto insieme” al “ciascuno ha il suo”.

Cos’è la divisione ereditaria e quando si rende necessaria

Alla morte di una persona, i suoi beni passano a coloro che hanno accettato l’eredità. Dopo l’accettazione, se ci sono più eredi, si crea la comunione ereditaria: una situazione in cui tutti gli eredi che hanno accettato diventano proprietari insieme di ogni singolo bene del defunto, in proporzione alla loro quota.

Facciamo un esempio concreto: Mario muore lasciando due figli (Anna e Luca) e un patrimonio composto da una casa, un terreno e 50.000 euro in banca. Dopo che entrambi hanno accettato l’eredità, Anna e Luca non possiedono “metà casa ciascuno”, ma sono entrambi proprietari al 50% della casa intera, del terreno intero e del denaro. Nessuno dei due può vendere, affittare o disporre di questi beni senza il consenso dell’altro.

Questa situazione può funzionare se gli eredi vanno d’accordo, ma spesso genera problemi pratici: chi paga le tasse? Chi può usare la casa? Come si dividono gli affitti? È qui che entra in gioco la divisione ereditaria.

Quando la divisione ereditaria diventa necessaria

La divisione non è sempre obbligatoria. Gli eredi possono rimanere in comunione per anni, anche per sempre. Tuttavia, ci sono situazioni in cui la divisione diventa necessaria o viene imposta:

  • Su richiesta di un erede: basta che uno solo degli eredi chieda la divisione perché questa debba essere fatta. È un diritto imprescrittibile che non si può negare.
  • Per vendere un bene: se si vuole vendere la casa ereditata, serve l’accordo di tutti. Se qualcuno si oppone, l’unica soluzione è dividere prima.
  • Per debiti personali: se un erede ha debiti, i suoi creditori possono pignorare la sua quota, ma per farlo concretamente spesso serve prima la divisione.
  • Per evitare responsabilità condivise: finché c’è comunione, tutti rispondono delle spese e dei debiti relativi ai beni comuni.

Chi può chiedere la divisione e come

Possono richiedere la divisione:

  • Tutti gli eredi, anche uno solo contro la volontà degli altri
  • I creditori personali degli eredi (in casi specifici)
  • Chi ha comprato la quota di un erede
  • Gli eredi degli eredi (se nel frattempo qualcuno è deceduto)

La richiesta può essere fatta in qualsiasi momento: non esistono termini di scadenza. Anche dopo 20 anni dalla morte, un erede può ancora chiedere di dividere.

Cosa succede se non si divide: rischi e complicazioni

Rimanere in comunione ereditaria può sembrare la soluzione più semplice, ma comporta rischi concreti:

  • Blocco delle decisioni: per qualsiasi scelta serve l’unanimità. Basta un erede contrario per paralizzare tutto.
  • Responsabilità solidale: se ci sono debiti o tasse non pagate sui beni, tutti gli eredi ne rispondono per intero.
  • Impossibilità di vendere: non si può vendere la propria quota di un immobile facilmente. Chi comprerebbe metà casa?
  • Conflitti crescenti: col passare del tempo, le posizioni si irrigidiscono e i conflitti peggiorano, soprattutto quando subentrano i figli degli eredi originari.
  • Costi di gestione: le spese per mantenere i beni (tasse, manutenzioni) creano continui attriti su chi deve pagare e quanto.

La divisione, anche se può sembrare complicata inizialmente, è spesso la soluzione migliore per prevenire anni di conflitti e blocchi decisionali.

Le 3 strade per procedere alla divisione ereditaria

La divisione ereditaria rappresenta uno dei modi principali per sciogliere la comunione ereditaria. Si tratta di un insieme di procedure legali volte ad attribuire a ciascun erede i beni corrispondenti alla sua quota. Esistono 3 modi per dividere l’eredità che vediamo nel dettaglio.

Divisione testamentaria

Il testatore può decidere di dividere i beni tra gli eredi direttamente con il testamento. In questo modo, dopo la sua morte, sui beni non si forma una comunione ereditaria. Agli eredi vengono assegnati i beni già divisi. 

La divisione dell’eredità da parte del testatore può avvenire in due modi: 

  • attraverso l’assegno divisionale semplice;
  • l’assegno divisionale qualificato.

Nel caso dell’assegno divisionale semplice, il testatore specifica come l’eredità deve essere divisa tra gli eredi, seguendo determinati criteri. 

Questa divisione è obbligatoria e non trasferisce immediatamente i beni divisi, ma obbliga gli eredi a dividerli in base alle volontà del testatore

Se la divisione non viene fatta correttamente, l’erede danneggiato può richiedere un risarcimento.

Nel caso dell’assegno divisionale qualificato, invece, è il testatore stesso a suddividere direttamente l’eredità tra gli eredi, stabilendo le quote di ciascuno e formando le porzioni individuali. 

In questo caso, il testatore può anche includere nella divisione ereditaria la parte che spetta ai legittimari, purché si rispettino determinati limiti fissati dalla legge, come le quote degli eredi legittimari, la corrispondenza tra le quote astratte di eredità e le quote concrete di beni assegnati, e il valore dei beni assegnati a ogni coerede che non può essere inferiore di oltre un quarto rispetto alla quota che gli spetta.

L’assegno divisionale qualificato ha un effetto “reale”, il che significa che i diritti vengono trasferiti agli eredi già divisi nelle loro quote al momento dell’accettazione dell’eredità, senza la formazione di una comunione ereditaria.

Divisione contrattuale

La divisione contrattuale è il principale modo per porre fine alla comunione ereditaria. 

Si tratta di un accordo privato chiamato contratto di divisione, che viene utilizzato quando non ci sono conflitti tra gli eredi riguardo all’assegnazione dei beni ereditari. 

Questo tipo di divisione è considerato “amichevole”. 

Nel contratto di divisione, i partecipanti ricevono una parte del valore corrispondente alla loro quota, chiamata “apporzionamento”. 

Il contratto di divisione coinvolge tutti i coeredi ed è considerato nullo se uno dei coeredi non partecipa. 

Questo contratto è un atto di straordinaria amministrazione che modifica sostanzialmente il patrimonio dei partecipanti. Trasferisce la proprietà dei beni ereditari ai singoli eredi e può anche richiedere la vendita di un bene immobile difficilmente divisibile, con la successiva divisione del ricavato. Se sono coinvolti beni immobili, il contratto di divisione deve essere un atto pubblico redatto dal Notaio.

Il contratto di divisione ereditaria in quote può essere suddiviso in tre fasi principali: 

  1. Ricostruzione e inventario della massa ereditaria: prima di dividere l’eredità, è necessario che ogni erede includa nella massa ereditaria tutti i beni ricevuti in vita dal defunto. Se un erede aveva debiti con il defunto o gli altri eredi, anche il debito sarà considerato nella divisione. Ci sono alcune eccezioni per gli eredi che non sono obbligati a includere i beni ricevuti in vita o sono stati dispensati dal donante. 
  2. Stima dei beni: è importante valutare i beni dell’eredità secondo il loro valore di mercato al momento della divisione ereditaria. Questa valutazione è fondamentale per la divisione di beni immobili, ma non è necessaria se si dividono solo beni dello stesso tipo, come ad esempio denaro.
  3. Divisione dei beni: dopo aver completato le fasi precedenti, si procede alla divisione effettiva dei beni. Gli eredi prelevano dalla massa ereditaria beni proporzionalmente alle loro quote.

Divisione giudiziale

Nel caso in cui i coeredi non riescano a trovare un accordo per procedere allo scioglimento della comunione, la soluzione potrebbe trovarsi presso il Tribunale competente, chiedendo di procedere alla divisione giudiziale dell’eredità. È importante notare che, prima dell’avvio del giudizio, è necessario esperire il tentativo di mediazione innanzi ad un organismo di conciliazione riconosciuto dal Ministero.

Una volta instaurata la causa, le parti possono produrre nel giudizio elementi volti a dimostrare le proprie tesi.

Potrebbe trattarsi, ad esempio, di considerazioni sul valore dei beni dell’eredità.

Oppure in questa fase ci può essere l’intervento di un consulente tecnico incaricato dal Giudice per effettuare la stima del valore dei beni e valutare come possono materialmente essere divisi. La relazione del consulente tecnico sarà utilizzata dal giudice per predisporre il progetto di divisione con cui si prospetta come a chi degli eredi andrà un determinato bene. 

Dopo che il progetto di divisione viene predisposto, viene depositato in cancelleria per consentire agli interessati di prenderne visione e avanzare eventuali contestazioni. È importante che tutti i partecipanti al processo di divisione siano coinvolti e soddisfatti delle modalità proposte.

Qualora non sorgano contestazioni e il progetto divisionale venga approvato, viene dichiarato esecutivo e le singole porzioni di beni possono essere attribuite a ciascun comproprietario. Questo rappresenta il momento in cui si stabilisce definitivamente la ripartizione delle proprietà comuni.

Tuttavia, se non fosse possibile dividere equamente i beni oggetto di comunione e nessuno dei comproprietari ne richiedesse l’attribuzione, il Giudice competente può disporre la vendita dei beni stessi. Il ricavato della vendita viene poi distribuito fra gli aventi diritto secondo le quote di partecipazione.

Qualora invece le parti non fossero soddisfatte della divisione, è attribuita loro la facoltà di rivolgersi ad un Collegio di Giudici che deciderà sulle osservazioni avanzate. 

🧾 Tabella comparativa: i tre modi per dividere un’eredità

AspettoDivisione del testatoreDivisione amichevoleDivisione giudiziale
Cos’èIl testatore divide i beni già nel testamentoGli eredi si accordano tra loro sulla ripartizioneIl giudice decide come dividere l’eredità
Quando si usaSe è presente un testamento con divisioneQuando gli eredi sono d’accordo e collaboranoQuando gli eredi non trovano un accordo
TempiImmediata dopo la morte3-6 mesiDa 1 a 5 anni, a seconda della complessità e dei conflitti
CostiSolo apertura testamento (circa €500 – €2.000)Notaio + eventuali consulenti (€2.000 – €8.000)Avvocati, CTU, spese legali (€5.000 – €30.000 o più)
Vantaggi• Evita conflitti• Rispetta volontà del defunto
• Veloce
• Flessibile
• Costi contenuti
• Mantiene i rapporti
• Decisione imparziale
• Obbliga tutti
• Garanzie legali
Svantaggi• Può essere impugnata
• Spesso rigida
• Non sempre c’è
• Richiede accordo unanime
• Rischio di ripensamenti
• Costosa
• Tempi lunghi
• Possibili tensioni familiari
Serve il notaio?No (la divisione è già nel testamento)Sì, se vi sono beni immobiliNo, ma serve l’assistenza di un avvocato
Si può contestare?Sì, entro 5 anni (es. per lesione di legittima)Sì, se vi sono vizi del consensoSì, con appello alla sentenza

Come proteggersi se la divisione è stata ingiusta

Anche dopo aver firmato un accordo di divisione, la legge ti protegge in alcuni casi specifici. È importante conoscere questi diritti perché hanno scadenze precise.

Se sei stato costretto o ingannato a firmare

La legge riconosce che non sempre gli accordi sono presi liberamente. Quando la divisione è avvenuta sotto minacce o con l’inganno, hai il diritto di farla annullare completamente.

Tempo per agire: Hai 5 anni, ma attenzione al calcolo:

  • Per le minacce: dalla fine della situazione di pericolo
  • Per l’inganno: da quando hai scoperto la verità

Esempio: se scopri nel 2025 che nel 2020 ti hanno mentito sul valore di un immobile, hai tempo fino al 2030.

Cosa devi dimostrare in tribunale: Le minacce possono essere di vario tipo: “Se non firmi non vedrai più i nipoti“, “Ti faccio causa per tutto“, minacce fisiche o pressioni psicologiche continue. L’inganno invece riguarda spesso il nascondere informazioni cruciali: non dire che esistono altri conti, mentire sul valore degli immobili, falsificare documenti.

L’errore da evitare: Se vendi la tua parte dell’eredità dopo aver scoperto l’inganno, la legge presume che tu abbia “accettato” la situazione. Perdi automaticamente il diritto di contestare, anche se avevi tutte le ragioni.

Se mancano dei beni nella divisione

È più frequente di quanto si pensi: dopo mesi o anni dalla divisione, salta fuori un conto dimenticato, un terreno di cui nessuno sapeva, o peggio, debiti nascosti del defunto.

La buona notizia è che non bisogna rifare tutto da capo. La divisione già fatta resta valida per i beni già divisi. Si procede solo per le “novità” con quello che si chiama supplemento di divisione.

Come funziona nella pratica:

  • Si fa un nuovo accordo solo per i beni scoperti dopo
  • Si seguono le stesse quote della divisione originale
  • Se gli eredi non si accordano, si può andare dal giudice solo per questi beni
  • I costi sono molto inferiori rispetto a rifare tutto

Attenzione ai debiti: Vale lo stesso principio. Se spunta un debito del defunto (esempio: cartelle esattoriali, finanziamenti), si divide tra gli eredi secondo le quote già stabilite. Non può un erede dire “io non pago perché abbiamo già diviso”.

Il caso particolare: Se scopri che un coerede ha nascosto dei beni apposta (aveva le chiavi della cassetta di sicurezza e non l’ha detto), non solo puoi chiedere la tua parte, ma il giudice può punirlo togliendogli diritti su quei beni.

Se hai ricevuto molto meno del dovuto

Questa è una protezione fondamentale che molti non conoscono. La legge italiana non permette divisioni troppo sbilanciate, anche se le hai accettate. Il principio è: nessuno può essere “fregato” più di tanto, nemmeno se ha firmato.

Come capire se hai diritto: la regola del “quarto” significa che devi aver ricevuto almeno il 75% del valore che ti spettava. Facciamo esempi concreti:

  • Quota che ti spettava: 120.000€
  • Minimo che dovevi ricevere: 90.000€ (il 75%)
  • Se hai ricevuto 85.000€: puoi agire
  • Se hai ricevuto 95.000€: non puoi fare nulla

Termine per agire molto breve: hai solo 2 anni dalla divisione. È un termine molto breve rispetto ad altre azioni che di solito sono 5 o 10 anni. La data di scadenza parte dalla firma dell’atto di divisione, non da quando scopri il problema.

Come si calcola il valore?

Non conta quello che pensavi valesse, ma il valore reale di mercato al momento della divisione. Spesso serve una perizia professionale che dimostri:

  • Il valore degli immobili (non quello catastale, quello vero)
  • Il valore di aziende o quote societarie
  • Oggetti preziosi, opere d’arte, gioielli

La via d’uscita intelligente: se l’altro erede è furbo, quando riceve la tua richiesta può evitare anni di tribunale offrendoti subito la differenza. Esempio: “Ok, ti mancano 20.000€, te li do subito e chiudiamo qui”. Spesso conviene a tutti: tu prendi i soldi subito, lui evita spese legali e incertezze.

Vale anche per il testamento: molti pensano che se il nonno ha diviso male nel testamento, non si può fare nulla. Falso. Anche le divisioni fatte dal testatore possono essere contestate con questa azione, sempre se la sproporzione supera il quarto..

Conclusioni, come affrontare al meglio il procedimento di divisione dell’eredità

Come avrai capito, il processo di divisione ereditaria, sia esso amichevole, per volontà del testatore o giudiziale, può rivelarsi molto complesso e rivelare aspetti particolarmente problematici. 

Se ti trovi coinvolto in procedimento di divisione ereditaria ho qualche consiglio per te, frutto della mia esperienza sul campo.

  • Per prima cosa, cerca sempre di comunicare in modo aperto e chiaro con gli altri eredi, ascoltando le loro opinioni e aspettative, per evitare malintesi e tensioni.
  • Coinvolgi sempre un professionista esperto, come un avvocato o un mediatore, per aiutare a trovare un accordo equo e rispettoso dei diritti di tutti gli eredi, riducendo i costi e le perdite di tempo.
  • Devi essere disposto ad adattare le tue aspettative e a trovare dei compromessi su alcuni elementi dell’eredità, valutando l’opzione di dividere o vendere gli oggetti di valore o i beni immobili.
  • Devi capire che le emozioni possono essere forti in queste situazioni, ma non per questo devi lasciare che prendano il controllo, concentrandosi sugli interessi e sui bisogni di tutti i membri della famiglia.
  • Non cercare di risolvere tutto in un solo giorno, ma prenditi il tempo necessario per discutere, riflettere e trovare un accordo, evitando decisioni affrettate o impulsivi.

Spero di essere stato utile. Se ne hai necessità, richiedi una consulenza cliccando sul bottone qui in basso.

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Le domande che mi fate spesso sulla divisione ereditaria

 Chi si occupa della divisione ereditaria?

In Italia, la divisione ereditaria è gestita principalmente da avvocati specializzati in diritto successorio, notai e tribunali.

 Chi può chiedere la divisione giudiziale?

La divisione giudiziale può essere richiesta da una serie di soggetti interessati. In generale, le persone che possono chiedere la divisione giudiziale sono gli eredi, i legatari e i creditori

Chi paga la divisione ereditaria?

Le spese associate alla divisione ereditaria, come le spese legali o notarili, solitamente sono a carico degli eredi stessi.

Quanto costa la divisione dei beni tra eredi?

Il costo della divisione ereditaria può variare notevolmente a seconda di diversi fattori, tra cui la complessità dell’eredità, il numero di beni coinvolti, la presenza di controversie tra gli eredi.

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Avv. Antonio Strangio

Avvocato per vocazione, sono appassionato di diritto delle successioni e diritto di impresa. Materie su cui si focalizza la mia attività professionale. 

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