La legge italiana riconosce al testatore un potere importante: decidere esattamente quale bene andrà a ciascun erede. Questi significa che l’individuo non determina solo stabilisce semplicemente le quote di eredità, ma dice, ad esempio, “la casa di Roma a mio figlio Marco, l’azienda a mia figlia Giulia, i terreni in Toscana a mio figlio Paolo”. Questo potere prende il nome di divisione del testatore ed è previsto dall’articolo 734 del codice civile.
Ma attenzione: questo potere non è assoluto. Il testatore deve rispettare le quote di legittima riservate per legge a coniuge, figli e, in loro assenza, ascendenti. Chi non rispetta questi limiti rischia che la propria divisione venga impugnata, vanificando la volontà testamentaria e aprendo la strada a lunghi contenziosi.
Perché è così importante che sia il testatore a dividere? Quando manca una divisione testamentaria, gli eredi si trovano in comunione ereditaria: tutti proprietari di tutto, nessuno proprietario di niente. Questa situazione genera quasi inevitabilmente conflitti, blocca la gestione del patrimonio e spesso porta a divisioni giudiziali che durano anni, con costi elevati e rapporti familiari compromessi.
La divisione del testatore, se ben fatta, previene questi problemi alla radice. Permette di assegnare a ciascun erede i beni più adatti alle sue esigenze, evita la dispersione del patrimonio familiare e, soprattutto, mantiene la pace tra gli eredi. In questo articolo, come legale esperto in successioni, ti spiego come utilizzare correttamente questo strumento, quali regole rispettare e come evitare gli errori più comuni che potrebbero rendere la divisione contestabile.
Cos’è la divisione del testatore
La divisione del testatore, disciplinata dall’articolo 734 del codice civile, è il potere riconosciuto a chi fa testamento di stabilire come i propri beni debbano essere ripartiti tra gli eredi. Non si tratta semplicemente di indicare le quote (metà a un figlio, metà all’altro), ma di poter assegnare beni specifici e determinati a ciascun beneficiario.
In termini pratici, significa che il testatore può scrivere nel proprio testamento: “Assegno l’appartamento di Milano a mio figlio Giovanni, la casa al mare a mia figlia Maria, il portafoglio titoli a mio figlio Giuseppe“. Ogni erede riceve direttamente i beni a lui destinati, senza dover passare attraverso la comunione ereditaria.
È fondamentale comprendere la differenza tra la divisione testamentaria e le altre forme di divisione ereditaria:
- Divisione contrattuale: è quella che fanno gli eredi di comune accordo dopo l’apertura della successione
- Divisione giudiziale: interviene quando gli eredi non trovano un accordo e devono rivolgersi al tribunale
- Divisione del testatore: è l’unica che avviene prima della morte e per volontà di chi lascia l’eredità
Perché si fa la divisione testamentaria?
Il grande vantaggio della divisione testamentaria sta nel fatto che gli eredi sono vincolati a rispettarla. Non possono decidere diversamente, salvo accordo unanime o presenza di gravi vizi. Questo significa che il testatore mantiene il controllo sulla destinazione del proprio patrimonio anche dopo la morte, potendo:
- Valorizzare le attitudini di ciascun erede: quindi lasciare l’azienda a chi sa gestirla, gli immobili a chi li abita
- Prevenire conflitti eliminando le discussioni su “chi prende cosa”
- Accelerare i tempi della successione, poiché ogni erede sa già cosa gli spetta
- Proteggere beni particolari da possibili dispersioni o vendite forzate
Non va poi sottovalutato l’aspetto emotivo della questione. Sapere che i propri desideri verranno rispettati dopo la morte offre al testatore una certa serenità mentale. Inoltre, per gli eredi, ricevere ciò che è stato loro destinato in modo limpido e inequivocabile può facilitare l’elaborazione del lutto e rafforzare i legami familiari.
La divisione del testatore rappresenta quindi uno strumento di pianificazione successoria fondamentale per chi desidera che il proprio patrimonio venga trasmesso secondo criteri precisi, evitando che siano gli eredi o, peggio, il giudice, a decidere la sorte dei propri beni.
I 3 limiti della divisione testamentaria
Il potere del testatore di dividere i propri beni non è illimitato. La legge pone tre vincoli fondamentali che, se violati, possono portare all’annullamento della divisione o alla sua riduzione. Vediamoli nel dettaglio.
Il rispetto delle quote di legittima
Il primo e più importante limite riguarda i diritti dei legittimari. Il testatore deve garantire a questi soggetti la quota di patrimonio che la legge riserva loro. Ad esempio, con un coniuge e due figli, il testatore può disporre liberamente solo di 1/4 del patrimonio; i restanti 3/4 devono andare necessariamente al coniuge (1/4) e ai figli (1/2 da dividere tra loro).
Questo significa che nella divisione testamentaria non si possono assegnare beni per valori inferiori alle quote di legittima. Se Mario ha diritto a 1/3 del patrimonio come quota di legittima, i beni a lui assegnati devono valere almeno 1/3 del totale. Una violazione di questo principio rende la divisione impugnabile con l’azione di riduzione.
Se hai bisogno di chiarimenti specifici, in questo articolo trovi spiegato in modo chiaro come si calcola la ripartizione delle quote di legittima.
La disponibilità effettiva dei beni
Il testatore può dividere solo i beni di cui è effettivamente proprietario al momento della morte. Non può quindi includere nella divisione:
- Beni già venduti o donati in vita
- Beni di proprietà altrui, anche se del coniuge
- Beni futuri o la cui esistenza è incerta
- Quote di beni in comproprietà che eccedono la sua parte
Se il testatore assegna un bene che non gli appartiene più, quella specifica disposizione diventa inefficace, creando un vuoto nella divisione che può generare conflitti tra eredi.
Il principio di proporzionalità: il valore dei beni
La divisione deve rispettare una sostanziale equivalenza di valori. Se il testatore stabilisce che ogni figlio eredita 1/3 del patrimonio, i beni assegnati a ciascuno devono avere approssimativamente lo stesso valore. Una sproporzione eccessiva (superiore a 1/4 del valore della quota) dà diritto all’erede leso di chiedere la rescissione della divisione.
Attenzione particolare merita la valutazione dei beni: il valore da considerare è quello al momento dell’apertura della successione, non quando si redige il testamento. Tuttavia, per la formazione effettiva delle porzioni nella divisione, i beni vengono generalmente valutati con riferimento al momento della divisione stessa. Un immobile che oggi vale 200.000 euro potrebbe valerne 300.000 tra dieci anni, alterando gli equilibri della divisione.
Altri limiti e cautele
Il testatore deve inoltre fare attenzione a:
- Non dimenticare nessun erede (la preterizione rende invalida l’intera divisione)
- Considerare eventuali debiti e oneri gravanti sui beni
- Valutare diritti di terzi come usufrutto, servitù, ipoteche, che possono incidere sul valore effettivo
Il mancato rispetto di questi limiti non solo frustra la volontà del testatore, ma apre la strada a contenziosi lunghi e costosi che finiscono per danneggiare proprio quella pace familiare che la divisione testamentaria dovrebbe preservare.
Come effettuare la divisione nel testamento
Una volta compresi i limiti, vediamo concretamente come il testatore può procedere alla divisione. Esistono due modalità principali, ciascuna con vantaggi e rischi specifici.
Divisione con assegnazione di beni specifici
Questa è la forma più diretta e chiara: il testatore indica esattamente quale bene va a ciascun erede. La formula tipica è:
“Istituisco miei eredi universali in parti uguali i miei tre figli Marco, Giulia e Paolo. Procedo alla divisione dei miei beni assegnando: a Marco l’appartamento sito in Roma, Via Nazionale n. 50, identificato al catasto…; a Giulia la villa in Forte dei Marmi, Via della Repubblica n. 15…; a Paolo il portafoglio titoli presso Banca Intesa e il conto corrente n. 12345…”
I vantaggi di questa modalità sono evidenti:
- Massima chiarezza: ogni erede sa esattamente cosa riceverà
- Nessuno spazio per interpretazioni o conflitti
- Immediata operatività alla morte del testatore
I rischi da considerare:
- Se i valori dei beni cambiano nel tempo, potrebbero crearsi sproporzioni
- Se un bene viene venduto o perisce, quella disposizione diventa inefficace
- Richiede una descrizione precisa e aggiornata di ogni bene
Divisione per quote con indicazioni di massima
In questo caso il testatore stabilisce le quote e fornisce criteri guida per la divisione, lasciando margini di flessibilità:
“Lascio i miei beni in parti uguali ai miei figli. Nella divisione, dispongo che Marco riceva prevalentemente beni immobili, essendo l’unico che vive nella nostra città; Giulia subentri nell’azienda di famiglia che già gestisce; Paolo, che vive all’estero, riceva principalmente liquidità e investimenti facilmente gestibili”
Questa soluzione offre:
- Flessibilità per adattarsi ai cambiamenti patrimoniali
- Possibilità per gli eredi di accordarsi sui dettagli
- Minori rischi di inefficacia per mutamenti del patrimonio
Ma presenta anche criticità:
- Possibili discussioni sull’interpretazione delle “indicazioni”
- Non garantisce che ogni erede riceva esattamente i beni indicati
- Richiede maggiore collaborazione tra eredi
La scelta tra l’assegnazione di beni specifici e la formulazione di criteri guida riflette un compromesso tra il desiderio di controllo del testatore e la necessità di flessibilità.
4 tecniche per una divisione efficace
Per rendere la divisione più solida, il testatore può:
- Prevedere conguagli in denaro: “Qualora il valore dei beni assegnati a un erede superi la sua quota, questi dovrà versare la differenza agli altri eredi entro sei mesi dall’apertura della successione”
- Nominare un esecutore testamentario: una persona di fiducia che supervisioni l’esatta esecuzione della divisione
- Inserire clausole di salvaguardia: “Se l’appartamento di Roma fosse venduto prima della mia morte, Marco riceverà in sostituzione la casa di campagna in Toscana”
- Aggiornare periodicamente: rivedere il testamento ogni 2-3 anni per adeguarlo ai cambiamenti patrimoniali
La scelta tra le diverse modalità dipende dalla composizione del patrimonio, dal rapporto tra gli eredi e dal grado di controllo che il testatore vuole mantenere. L’importante è che la divisione sia formulata in modo chiaro, completo e rispettoso dei limiti di legge.
Quando la divisione del testatore può essere contestata
Anche la divisione testamentaria più accurata può essere impugnata dagli eredi se presenta determinati vizi. Conoscere questi rischi è fondamentale per il testatore che voglia redigere una divisione “blindata” e per gli eredi che si trovino di fronte a una divisione problematica.
La preterizione di un erede
Il vizio più grave è la preterizione, cioè la dimenticanza di un erede. Se il testatore dimentica completamente uno dei suoi eredi legittimi nella divisione, questa diventa nulla. Non importa se l’omissione sia volontaria o involontaria: l’erede preterito può chiedere l’annullamento dell’intera divisione.
Esempio concreto: Giuseppe fa testamento dividendo i beni tra i figli Marco e Anna, dimenticando il figlio Paolo nato da una precedente relazione. Paolo può far annullare l’intera divisione e provocare una nuova ripartizione che lo includa.
L’azione per far dichiarare la nullità è, di regola, imprescrittibile , anche se gli effetti pratici di tale imprescrittibilità possono essere limitati dall’usucapione dei beni da parte di terzi o dalla prescrizione di azioni consequenziali
La lesione della legittima
Quando la divisione assegna a un legittimario beni di valore inferiore alla sua quota di riserva, questi può esercitare l’azione di riduzione. Non si chiede l’annullamento dell’intera divisione, ma solo la sua modifica per reintegrare la quota lesa.
Caso tipico: Maria lascia al marito un appartamento del valore di 100.000 euro, quando la sua quota di legittima vale 200.000 euro. Il coniuge può agire per ottenere altri beni fino a raggiungere il valore dovutogli.
Il termine decennale di prescrizione dell’azione di riduzione nei confronti di disposizioni testamentarie lesive della legittima decorre dalla data di accettazione dell’eredità da parte del chiamato in base a tali disposizioni (chiarimento di Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, con la sentenza n. 20644 del 25 ottobre 2004).
La lesione oltre il quarto
Anche gli eredi non legittimari possono contestare la divisione se il valore dei beni ricevuti è inferiore di oltre 1/4 rispetto alla quota spettante. In questo caso si parla di rescissione per lesione.
Esempio numerico: Se a Luca spetta 1/3 di un patrimonio di 300.000 euro (quindi 100.000 euro) ma riceve beni per soli 70.000 euro, può chiedere la rescissione perché la differenza (30.000) supera il quarto della sua quota (25.000).
L’azione di rescissione si prescrive in 2 anni dalla divisione.
Altri motivi di impugnazione
La divisione può essere contestata anche per:
- Errore sui beni: il testatore divide beni che non esistono più o non gli appartengono
- Impossibilità sopravvenuta: i beni assegnati periscono o vengono espropriati
- Vizi del testamento: se il testamento stesso è nullo o annullabile, cade anche la divisione
Tabella: Sintesi dei Principali Mezzi di Impugnazione della Divisione Testamentaria nel Diritto Italiano
Motivo di Impugnazione | Rimedio Legale / Tipo di Invalidità | Art. c.c. Rilevante | Termine di Prescrizione Standard | Decorrenza Tipica della Prescrizione | Nota sulla Dichiarazione |
Preterizione di Erede Legittimario/Istituito | Nullità della divisione | Art. 735, comma 1 | Azione per la dichiarazione di nullità: Imprescrittibile. Azioni consequenziali (es. petizione ereditaria): 10 anni. | Per la nullità: N/A (può essere fatta valere in ogni tempo). Per la petizione ereditaria: Dall’accettazione altrui o da quando il diritto può essere fatto valere. | Nullità imprescrittibile |
Lesione della “Quota di Legittima” | Azione di Riduzione | Art. 735, comma 2; Artt. 553 ss. | 10 anni | Per disposizioni testamentarie: Dall’accettazione dell’eredità da parte dell’erede la cui istituzione ha causato la lesione (Cass. Sez. Un. 20644/2004). Per donazioni: Dall’apertura della successione. | 10 anni dalla morte |
Lesione Oltre il Quarto (qualsiasi coerede) | Azione di Rescissione per Lesione | Art. 763 | 2 anni | Dalla data della divisione (o da quando la divisione produce effetti). | |
Vizi della Volontà (Errore, Violenza, Dolo che inficiano il testamento) | Annullabilità del Testamento (e quindi della divisione) | Artt. 624 ss. | 5 anni | Dalla scoperta del vizio / cessazione della violenza / giorno di redazione del testamento (varia a seconda del vizio). | Nota: se il testamento è annullabile, la divisione cade. |
Mancanza di Forma / Incapacità (che inficiano il testamento) | Nullità del Testamento (e quindi della divisione) | Artt. 606, 591 | Azione per la dichiarazione di nullità: Imprescrittibile. | N/A (può essere fatta valere in ogni tempo). | Nota: se il testamento è nullo, la divisione cade. |
Come proteggere la divisione dalle contestazioni
Per minimizzare i rischi, il testatore dovrebbe:
- Verificare sempre di aver incluso tutti gli eredi necessari
- Far valutare i beni da un professionista per assegnazioni equilibrate
- Prevedere clausole di sostituzione nel caso di alienazione dei beni
- Documentare le ragioni di eventuali disparità apparenti
- Consultare un professionista per verificare il rispetto delle quote legittime
Una divisione ben strutturata, che rispetti questi principi, difficilmente potrà essere travolta in sede giudiziale, garantendo che la volontà del testatore venga rispettata e la pace familiare preservata.
Casi pratici di divisione testamentaria
Vediamo alcune situazioni ricorrenti in cui la divisione testamentaria può essere particolarmente utile, analizzando le strategie applicabili.
Il caso della famiglia con immobili in città diverse
Una situazione frequente è quella del testatore che possiede più immobili dislocati geograficamente e ha figli che vivono in città diverse. La divisione testamentaria permette di assegnare a ciascun figlio l’immobile nella città dove vive o lavora.
Strategia tipica: “Assegno a mia figlia Anna, che vive stabilmente a Milano, l’appartamento sito in Milano, via…; a mio figlio Roberto, residente a Roma, l’immobile in Roma, via…; a mia figlia Carla la casa di famiglia in Toscana dove trascorre le vacanze con la sua famiglia”.
Il testatore deve però verificare che i valori siano equilibrati e, se necessario, prevedere conguagli in denaro o l’assegnazione di altri beni mobili per compensare eventuali differenze.
L’imprenditore con azienda familiare
Quando il patrimonio include un’azienda o quote societarie, la divisione testamentaria diventa cruciale per garantire la continuità aziendale. Il tipico problema è che l’azienda non può essere materialmente divisa senza comprometterne il funzionamento.
Soluzione comune: Il testatore assegna l’intera azienda al figlio che già vi lavora, prevedendo che questi corrisponda agli altri eredi:
- Un conguaglio in denaro dilazionato nel tempo
- Una rendita vitalizia
- Altri beni di valore equivalente
È fondamentale che il valore dell’azienda sia determinato da una perizia professionale e che i conguagli siano sostenibili per non mettere in crisi l’impresa stessa.
Il patrimonio misto con legittimari e non
Situazione complessa si verifica quando il testatore ha eredi legittimari (es. figli) ed eredi non legittimari (es. fratelli, nipoti) a cui vuole lasciare qualcosa. La divisione deve essere strutturata garantendo prima le quote di legittima.
Approccio prudente:
- Prima si calcolano e assegnano le quote di legittima con beni certi
- Solo dopo si procede all’assegnazione della quota disponibile
- Si specifica chiaramente quali beni sono attribuiti a titolo di legittima e quali a titolo di quota disponibile
Il secondo matrimonio con figli da diverse unioni
Le famiglie ricomposte presentano complessità particolari. Il testatore deve bilanciare i diritti del coniuge attuale con quelli dei figli nati da precedenti unioni.
Strategia equilibrata: Spesso si assegna al coniuge l’usufrutto sulla casa coniugale (garantendogli l’abitazione) mentre la nuda proprietà va ai figli. Per gli altri beni, si procede a una divisione che rispetti le quote legittime di tutti, specificando chiaramente chi riceve cosa per evitare conflitti tra soggetti che potrebbero avere rapporti tesi.
Principi comuni a tutti i casi
Indipendentemente dalla situazione specifica, alcuni principi restano validi:
- Chiarezza descrittiva: ogni bene deve essere identificato precisamente
- Equilibrio dei valori: le assegnazioni devono rispettare le quote
- Previsione di alternative: cosa succede se un bene non esiste più
- Considerazione dei rapporti: assegnare i beni tenendo conto delle dinamiche familiari
La divisione testamentaria, in tutti questi casi, non è solo un atto giuridico ma uno strumento per preservare l’armonia familiare e garantire che ciascun erede riceva ciò che meglio si adatta alle sue esigenze e situazione di vita.
Divisione testamentaria e strumenti alternativi
La divisione del testatore non è l’unico strumento per organizzare la successione. È importante capire quando preferirla ad altre soluzioni e quando invece combinarla con strumenti diversi.
Divisione testamentaria vs legato testamentario
Il legato testamentario assegna un bene specifico a una persona determinata, che lo acquista automaticamente alla morte del testatore. La differenza principale con la divisione sta nel fatto che il legato non presuppone la qualità di erede.
Quando preferire il legato:
- Si vuole beneficiare una persona che non è erede
- Si tratta di un singolo bene specifico
- Non interessa dividere l’intero patrimonio
Quando preferire la divisione:
- Si vuole organizzare l’intero asse ereditario
- I beneficiari sono tutti eredi
- Si cerca di prevenire la comunione ereditaria
I due strumenti possono coesistere: il testatore può dividere il patrimonio tra gli eredi e al contempo disporre legati a favore di terzi.
Divisione testamentaria vs patto di famiglia
Il patto di famiglia è un contratto con cui l’imprenditore trasferisce l’azienda a uno o più discendenti già in vita. A differenza della divisione testamentaria, produce effetti immediati.
Vantaggi del patto di famiglia:
- Trasferimento immediato dell’azienda
- Impossibilità di future contestazioni
- Certezza per la continuità aziendale
Vantaggi della divisione testamentaria:
- Il testatore mantiene la proprietà fino alla morte
- Possibilità di modificare le disposizioni
- Applicabile a qualsiasi tipo di bene, non solo aziende
Per patrimoni che includono aziende, spesso si utilizza il patto di famiglia per l’impresa e la divisione testamentaria per gli altri beni.
Divisione testamentaria vs trust successorio
Il trust successorio permette di affidare i beni a un trustee che li gestisce secondo le indicazioni del disponente. È uno strumento più complesso e costoso ma offre maggiore protezione.
Il trust conviene quando:
- Gli eredi sono minori o incapaci
- Si temono dissipazioni del patrimonio
- Serve una gestione professionale prolungata
La divisione testamentaria è preferibile per:
- Situazioni familiari standard
- Costi contenuti
- Semplicità di attuazione
L’approccio integrato
Nessuno strumento è universalmente superiore; la strategia ottimale spesso implica una combinazione di essi, personalizzata in base al patrimonio del testatore, alle dinamiche familiari e agli obiettivi specifici:
- Patto di famiglia per trasferire l’azienda al figlio che la gestisce
- Divisione testamentaria per ripartire gli immobili e altri beni
- Legati per beneficiare nipoti o enti benefici
- Polizze vita per garantire liquidità agli eredi
La scelta dipende da:
- Composizione del patrimonio (solo immobili, presenza di aziende, liquidità)
- Situazione familiare (rapporti tra eredi, loro capacità gestionale)
- Obiettivi del testatore (protezione, continuità, equità)
- Costi e complessità accettabili
Conclusioni: la divisione testamentaria come strumento di pace familiare
La divisione del testatore è uno degli strumenti più potenti che il nostro ordinamento ti mette a disposizione per organizzare la tua successione. Ti permette di decidere non solo quanto, ma anche cosa ciascun erede riceverà, evitando quella comunione ereditaria che troppo spesso genera conflitti insanabili.
Come abbiamo visto, non si tratta di un potere assoluto: devi rispettare le quote legittime, assegnare beni che effettivamente possiedi e mantenere un equilibrio tra i valori. Ma se rispetti queste regole, la tua volontà sarà vincolante per gli eredi.
Nella mia esperienza professionale ho visto troppe famiglie distruggersi per eredità mal gestite. Fratelli che non si parlano più, patrimoni aziendali dispersi, anni di tribunali. Ma ho anche assistito famiglie che, grazie a una divisione testamentaria ben fatta, hanno attraversato il momento della successione mantenendo uniti affetti e patrimonio.
La differenza? Una pianificazione attenta e professionale. Non si tratta solo di scrivere chi prende cosa, ma di:
- Valutare correttamente il patrimonio
- Considerare le esigenze specifiche di ogni erede
- Prevedere i possibili cambiamenti futuri
- Formulare le disposizioni in modo chiaro e inattaccabile
Se hai un patrimonio complesso, eredi con esigenze diverse o semplicemente vuoi evitare future discussioni, la divisione testamentaria può essere la soluzione. Ma va fatta bene, rispettando tutte le norme e anticipando le possibili criticità.
Non aspettare: la pianificazione successoria è un atto di responsabilità e amore verso i tuoi cari. Prima la affronti, meglio potrai strutturarla.Se vuoi approfondire la tua situazione specifica o hai dubbi su come procedere, sono a tua disposizione per una consulenza. Insieme possiamo valutare la soluzione migliore per te e la tua famiglia.
Hai bisogno di una consulenza in materia di successioni?
Domande frequenti sulla divisione testamentaria
Gli eredi possono rifiutare la divisione che ho fatto nel testamento?
No, gli eredi non possono rifiutare la divisione del testatore per loro semplice volontà. La divisione è vincolante e può essere modificata solo in due casi: con l’accordo unanime di tutti gli eredi oppure quando presenta vizi gravi come la violazione delle quote legittime, la preterizione di un erede o errori di valutazione superiori al quarto. Se rispetti le regole, la tua divisione sarà rispettata.
Posso assegnare l’azienda di famiglia a un solo figlio?
Sì, puoi assegnare l’intera azienda a un solo figlio, tipicamente quello che già vi lavora e ha le competenze per gestirla. Tuttavia, devi rispettare le quote legittime degli altri eredi. La soluzione comune è prevedere che il figlio che riceve l’azienda versi conguagli in denaro agli altri, dilazionati nel tempo per non compromettere la liquidità aziendale. È fondamentale far valutare l’azienda da un professionista per determinare i conguagli corretti.
Cosa succede se vendo un bene dopo aver fatto il testamento con divisione?
Se vendi un bene che avevi assegnato a un erede, quella specifica disposizione diventa inefficace. L’erede non riceverà né il bene (che non esiste più) né automaticamente qualcos’altro in sostituzione. Per evitare problemi, ti consiglio di prevedere nel testamento clausole di sostituzione (“se l’appartamento di Roma fosse venduto, assegno in sostituzione…”) oppure di aggiornare il testamento dopo operazioni importanti sul patrimonio.
Devo per forza dividere tutto il mio patrimonio?
No, non sei obbligato a dividere l’intero patrimonio. Puoi dividere solo alcuni beni specifici e lasciare che per il resto si applichi la successione legittima o le quote che hai stabilito. Ad esempio, puoi assegnare specificamente gli immobili e lasciare che la liquidità venga divisa secondo le quote ereditarie. L’importante è essere chiari su cosa è oggetto di divisione e cosa no.
La divisione vale anche per i debiti?
L’articolo 752 del codice civile stabilisce che i coeredi contribuiscono tra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari in proporzione delle loro quote ereditarie, “salvo che il testatore abbia altrimenti disposto”. Questa clausola, “altrimenti disposto”, consente al testatore di variare, nei rapporti interni tra coeredi, il carico dei debiti, anche se la loro responsabilità verso i creditori rimane generalmente pro quota. Pertanto, un testatore può stabilire che un erede sopporti internamente una quota maggiore di debiti, spesso in correlazione con una maggiore attribuzione di attivi.
Quanto costa fare una divisione testamentaria?
Il costo dipende dalla complessità del patrimonio e dalla forma di testamento scelta. Un testamento olografo con divisione non ha costi di redazione (lo scrivi tu) ma ti consiglio una consulenza preventiva per evitare errori. Un testamento pubblico dal notaio ha costi variabili ma offre maggiori garanzie. Considera che il costo di una buona pianificazione oggi è sempre inferiore a quello di una lite domani.