Quando più persone ereditano insieme lo stesso patrimonio, diventano tutte proprietarie di una parte di esso. Se una tra loro vuole vendere la propria parte a qualcuno che non è un coerede, deve prima informare e dare la possibilità agli altri coeredi di comprarla. Questo è quello che si chiama il diritto di prelazione ereditaria, di cui parlerò in questo articolo.
Prelazione ereditaria: definizione
Con l’espressione prelazione ereditaria si intende, nel diritto delle successioni, la regola che attribuisce ad uno o più coeredi il diritto di acquistare la quota dell’eredità di altro coerede, a parità di condizioni, prima che sia venduta ad altri.
Bisogna sapere che il diritto di prelazione dà ai coeredi la possibilità di avere la priorità sulla quota di eredità e non sui singoli oggetti o beni. Questo diritto esiste solo fino a quando l’eredità non è stata completamente divisa tra i coeredi.
Dopo che l’eredità è stata divisa tra i coeredi, se uno di loro decide di vendere la sua parte, gli altri non hanno più il diritto di averla per primi. Questo vale se la quota dell’eredità viene venduta o alienata in qualche altro modo.
Il ruolo della prelazione nell’ambito delle successioni
Il ruolo della prelazione nell’ambito delle successioni ereditarie consiste nel limitare l’accesso di altri soggetti, non eredi, al patrimonio ereditario.
Il motivo è molto semplice: si vuole evitare un eccessivo frazionamento della proprietà così da prevenire potenziali conflitti tra i coeredi e soggetti estranei all’eredità e, di conseguenza, favorire un miglior sfruttamento economico dei beni ereditari o, comunque, agevolare una divisione bonaria.
La legge, infatti, presume che l’ingresso di soggetti estranei nella comunione ereditaria possa rendere più difficile la gestione e la divisione del patrimonio.
Prelazione e successione legittima
La successione legittima, anche nota come successione ab intestato, è un insieme di norme giuridiche che determinano i beneficiari dell’eredità di una persona deceduta nel caso in cui questa non abbia redatto un testamento.
In altre parole, si parla di successione legittima quando il defunto non ha lasciato alcun testamento scritto per cui, le quote di eredità, si determinano e vengono assegnate secondo quanto stabilito dalla legge.
Orbene, anche in questo caso può sorgere una comunione ereditaria tra coeredi, per cui trova applicazione il diritto di prelazione.
E’ indifferente, ai fini della prelazione, che la comunione si sia creata all’esito di una successione regolata da testamento o di una successione regolata dalla legge, senza testamento.
Un esempio può sicuramente aiutare a comprendere:
Il Sig. Gennaro decede senza lasciare testamento. Il suo patrimonio è composta da tre appartamenti. Gli subentrano i cinque figli in qualità di eredi che diventano tutti comproprietari, per la medesima quota, dei tre appartamenti. Se uno dei figli decidesse di vendere la propria quota di un quinto dell’eredità (composta dai tre appartamenti) dovrebbe comunque notiziare gli altri 4 fratelli i quali potrebbero esercitare il diritto di prelazione sulla quota.
Come si esercita il diritto di prelazione
Veniamo agli aspetti più concreti: come si esercita il diritto di prelazione?
Se un coerede vuole vendere la sua parte dell’eredità, deve darne la possibilità agli altri coeredi di acquistarla prima di offrirla a estranei.
In concreto, il coerede che ha intenzione di vendere deve informare gli altri coeredi della sua volontà con mezzi idonei (ad esempio con raccomandata o PEC) indicando anche il prezzo di vendita.
Gli altri coeredi hanno due mesi di tempo, dalla notifica della comunicazione, per accettare la proposta. In tal caso, diventeranno i nuovi proprietari della quota ereditaria, alle stesse condizioni e allo stesso prezzo previsto dal venditore per gli estranei.
Se invece nessuno degli altri coeredi accetta l’offerta entro il termine stabilito, il coerede può procedere a vendere la sua quota a terzi, e questa vendita sarà valida e legittima.
Conseguenze del mancato rispetto della prelazione e retratto successorio
Cosa succede se la quota ereditaria che si intende vendere non viene offerta agli altri coeredi?
Quando un coerede viene privato del suo diritto di acquistare una quota di eredità in prelazione, la legge gli concede il diritto di “riacquistare” quella quota dal nuovo proprietario e da chiunque l’abbia ereditata successivamente.
Questo diritto è chiamato “retratto successorio”. Per esercitare il diritto, è sufficiente fare una dichiarazione scritta davanti a un notaio, senza bisogno del consenso del coerede che ha alienato la quota.
Tuttavia, il diritto di riscatto può essere esercitato solo fintanto che l’eredità è ancora condivisa tra gli eredi. In altre parole, se la comunione ereditaria termina, il diritto al riscatto non sarà più valido.
Il coerede che esercita il diritto di riscatto, quindi, può “riacquistare” la quota che è stata venduta a terzi e diventare nuovamente il proprietario o, se il riscatto è esercitato da più coeredi, diventare co-proprietario della quota. Il prezzo da pagare per il riscatto sarà lo stesso importo pagato dal terzo acquirente per acquistare la quota del coerede.
Prelazione testamentaria
Diversa dalla prelazione ereditaria, di cui ho accennato sopra, è la prelazione testamentaria.
In questo caso il diritto di prelazione deriva dal testamento ove potrebbe essere stata inserita una clausola che attribuisce il diritto di prelazione su certi beni in favore di determinate persone.
Un esempio di clausola attributiva di un diritto di prelazione all’interno di un testamento potrebbe essere la seguente:
“ Voglio e dispongo che tutti i miei figli in caso di vendita delle rispettive sopra assegnate quote si preferiscono scambievolmente”.
La violazione di una simile clausola, a differenza di quanto avviene nel caso di violazione di violazione della prelazione legale, può solo determinare il risarcimento del danno, salvo che il testatore abbia previsto nel testamento sanzioni più incisive.
In caso di prelazione testamentaria, non trova applicazione il diritto di riscatto da parte dei coeredi.
Esempi pratici di prelazione ereditaria
In questa sezione ti voglio offrire qualche esempio concreto di prelazione ereditaria in modo da agevolare la comprensione di questo meccanismo legale abbastanza complesso:
Primo esempio:
Giuseppe, Mario e Vittoria, sono tre fratelli che, alla morte del padre, ricevono in eredità un terreno, due villette ed un appartamento nella periferia di Brescia.
Vittoria vive da tempo a Londra e non sa cosa farsene della sua quota (un terzo) di proprietà.
Per tale ragione, trova un acquirente, Andrea, pronto a dargli cinquecentomila euro in cambio della cessione della sua parte.
Vittoria, prima di vendere ad Andrea, deve però informare i suoi fratelli, Mario e Giuseppe,dell’offerta che ha ricevuto, in modo da mettere costoro in condizione di poter acquistare la quota del fratello pagando la cifra offertagli da Andrea.
Secondo esempio:
Anna, Paola, Alice e Alfio hanno ereditato dalla madre un fondo agricolo. Alfio decide di venderlo a Ruggero, proprietario del terreno confinante, per il prezzo di diecimila euro senza dire nulla agli altri. Anna e Alice, coeredi prelazionari interessati all’acquisto, pagano diecimila euro a Ruggero e riscattano la proprietà, che viene assegnata ad entrambe in parti uguali.
Conclusioni: consigli per gestire la prelazione ereditaria
La prelazione ereditaria, espressamente prevista dalla legge, presenta notevoli vantaggi per chi desideri mantenere integro, tra parenti, il patrimonio familiare. Tuttavia, i problemi si possono manifestare nel momento in cui qualcuno tra i coeredi decide di vendere a soggetti estranei all’eredità.
Per esperienza, ti posso garantire che queste situazioni sono tra le più difficili da gestire.
Per esempio, può accadere che il coerede venditore abbia notificato la sua intenzione di vendere in modo sbagliato oppure, ancora, può accadere che, al momento della vendita, la comunione ereditaria fosse già stata sciolta per cui manca il presupposto per esercitare la prelazione.
In questi casi, un’azione legale infondata potrebbe costare veramente caro. Pertanto, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa giudiziale, consiglio sempre di valutare con un legale esperto le prospettive di successo dell’azione legale.
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