avvocato per successione ereditaria

Articolo di Antonio Strangio

Apertura successione tempi necessari

Quanto tempo deve passare tra il decesso e l'apertura della successione? Spesso purtroppo gli adempimenti burocratici sono numerosi e complessi.
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avvocato per successione ereditaria
Articolo di Antonio Strangio

Apertura successione tempi necessari

Quanto tempo deve passare tra il decesso e l'apertura della successione? Spesso purtroppo gli adempimenti burocratici sono numerosi e complessi.

Quanto tempo deve passare tra il decesso e l’apertura della successione?

Molto spesso la morte di una persona cara significa, oltre a tensioni e turbamenti emotivi, dover interfacciarsi con una complessa macchina burocratica. Gli adempimenti da espletare possono essere decisamente numerosi e, dato da non sottovalutare, molto costosi. Ciò rende i tempi di apertura della successione abbastanza lunghi e dispendiosi.

Vi è poi da considerare che possono insorgere diversi problemi in seguito all’apertura della successione (si pensi, giusto per fare un esempio, a liti tra gli eredi, più o meno gravi, oppure alle difficoltà nel ricostruire l’asse ereditario). Tutto ciò può rendere la procedura ancora più complessa, così determinando un sensibile aumento della durata complessiva.

In questo articolo vedremo qual è l’iter da seguire per portare a conclusione una procedura di successione ereditaria, cercando di offrire qualche consiglio per ridurre (per quanto possibile) i tempi di attesa. Anticipo comunque che stabilire a priori una data apertura successione non è possibile per le ragioni che andiamo a vedere.

Quanto tempo ci vuole per la successione?

E’ questa la domanda che ci viene rivolta più di frequente da chi si trova nelle condizioni di dover affrontare una procedura finalizzata alla trasmissione del patrimonio ereditario. E la risposta non può che essere “dipende”.

Da cosa dipendono i tempi della successione? 

Dal fatto che ogni successione è diversa ed ha le proprie peculiarità.

Vi può essere il caso di chi ha disposto di tutti i propri averi con testamento pubblico in favore di pochi eredi, soddisfacendo tutti, e il caso di chi sia morto lasciando molti eredi, nessun testamento e un patrimonio ereditario vasto e difficile da ricostruire, lasciando tutti insoddisfatti.

E’ chiaro che i tempi della successione non potranno essere i medesimi per i due casi sopra descritti. A volte nel giro di qualche mese possono essere già fatte le eventuali volture catastali degli immobili, altre volte, dopo anni, non sono stati ripartiti neppure i beni mobili (magari quelli presenti all’interno dell’abitazione del de cuius).

Insomma, alla domanda “quali sono i tempi di attesa per la successione ereditaria” non è mai possibile dare una risposta certa. Tuttavia, vi sono sicuramente alcune buone pratiche che è possibile seguire per cercare di ridurre al minimo i tempi per la successione ereditaria.

Prima di passare ai consigli pratici, occorre però avere ben chiare le fasi della successione: apertura, vocazione (delazione), accettazione/rinuncia.

Cosa si intende per data di apertura della successione ereditaria?

Il primo passaggio del procedimento successorio consiste nell’apertura della successione. Per capire quando si apre la successione è sufficiente leggere l’art. 456 del codice civile (è brevissimo, ve lo assicuro) il quale stabilisce che la successione si apre al momento della morte della persona (cioè nell’esatto momento in cui cessano in maniera irreversibile le funzioni vitali).

L’apertura della successione indica che un patrimonio, a causa della morte di un soggetto, è rimasto privo di titolare, determinando la necessità che altri soggetti subentrino nei rapporti, attivi e passivi, che sopravvivono al de cuius.

Dal momento dell’apertura inizia a decorrere il termine di 12 mesi per presentare la dichiarazione di successione.

Molto spesso ci si rivolge a noi per chiedere come si apre la successione. Per sgomberare il campo da equivoci, è bene precisare che non tocca ai chiamati “aprire la successione”: l’apertura della successione si verifica per legge (automaticamente) al momento della morte della persona.

E’ molto frequente che, alla morte di una persona, i parenti più stretti pensino di dover procedere alla formale “apertura della successione legittima” (o testamentaria). Ci è capitato diverse volte di ricevere email aventi ad oggetto “informazioni apertura successione testamentaria” o, più genericamente “apertura successione ereditaria”.

Tale erronea convinzione è verosimilmente dovuta all’associare il procedimento di successione alle formalità notarili necessarie in relazione alla pubblicazione del testamento olografo.

Invero, la legge prevede che quando si rinviene un testamento olografo si è obbligati a presentarlo ad un notaio per la pubblicazione. La pubblicazione però non costituisce il momento di apertura della successione, tantomeno costituisce requisito di validità o di efficacia del testamento. Essa ha la funzione di consentire l’esecuzione del  testamento nei confronti dei terzi, ma non incide assolutamente sull’apertura della successione.

Esempio: La signora Giada è morta il 12 ottobre 2020 ed ha lasciato testamento olografo. I suoi tre figli si sono recati dal notaio per pubblicare il testamento in data 20 dicembre 2020. Ebbene in questo caso la successione si è aperta il 12 ottobre 2020 e da questa data (che è la data di apertura di successione) decorrono i 12 mesi per presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Apertura successione

Cosa succede dopo l’apertura della successione?

Una volta aperta la successione, occorre capire a chi spettino il patrimonio ereditario o i singoli beni. Si apre quindi la fase della vocazione ereditaria, che significa indicazione di colui che è chiamato all’eredità.

Si può essere chiamati all’eredità per testamento (successione testamentaria) o per legge (successione legittima). Il chiamato all’eredità ha il diritto di accettare o rifiutare l’eredità.

Una cosa deve essere ben chiara: essere chiamato all’eredità (per legge o per testamento) non significa essere erede né titolare di beni o diritti sull’eredità. Per acquisire la qualità di erede occorre che il chiamato accetti l’eredità, ovvero manifesti la propria volontà a diventare erede. 

Individuati chi sono i chiamati all’eredità (per l’individuazione dei quali occorre distinguere l’ipotesi in cui esista un testamento dall’ipotesi in cui manchi), questi possono accettare o rifiutare l’eredità.

Quando si chiude la successione?

La successione si chiude una volta accettata (o rinunciata) l’eredità.

Segue poi ripartizione dell’asse ereditario tra gli eredi secondo quanto stabilito dal testamento o, in mancanza, dalla legge.

Anche determinare la durata di questa fase è molto difficile.

Le situazioni che si possono presentare sono le più svariate: può insorgere un contenzioso tra eredi o un contenzioso con i creditori del de cuius; vi possono essere tanti beni (mobili ed immobili) da dividere tra gli eredi ma non si riesce a raggiungere un accordo per la divisione; può darsi che vi siano polizze e conti correnti del de cuius che, per qualche ragione, la banca non intenda sbloccare e molto altro ancora.

In definitiva, neppure quando si è provveduto ad accettare formalmente l’eredità si può essere certi dei tempi per la conclusione del procedimento.

Come comportarsi per ottimizzare i tempi della successione

Dopo avere illustrato in modo estremamente sintetico i caratteri essenziali del procedimento successorio (per approfondire leggi la nostra guida alla successione ereditaria), veniamo ora ai consigli pratici per ridurre, per quanto possibile, i tempi della successione.

Ricercare il testamento

Al momento della morte del de cuius è necessario prima di tutto verificare se vi sia un testamento olografo (ossia scritto da parte del defunto di sua mano) presente fra la sua documentazione personale. Tale attività può prendere diverso tempo, quindi è bene iniziare subito la ricerca.

Allo stesso tempo, se si sospetta che il de cuius possa aver depositato fiduciariamente il testamento olografo presso un notaio o un avvocato bisogna interpellare (qualora se ne conosca il nominativo) il notaio o l’avvocato depositario oppure, se non si conosce il nominativo, chiedere all’Ordine degli Avvocati o al Consiglio Notarile del circondario in cui si ritiene operi il professionista depositario. Normalmente l’Ordine provvede a pubblicare sulla propria bacheca la richiesta di ricerca testamento inoltratagli.

Anche in questo caso possono passare dei mesi prima che si scopra il nominativo del professionista depositario per cui è opportuno muoversi subito.

Quanto sopra vale anche per il caso in cui si tratti di dover reperire un testamento pubblico qualora il testatore non abbia lasciato indicazioni sul nome del notaio (ciò che si rende evidentemente consigliabile) in quanto, anche se la legge prevede l’obbligo per il notaio che ha ricevuto un testamento pubblico di comunicare l’esistenza del testamento agli eredi e legatari di cui conosce il domicilio o la residenza appena gli è nota la morte del testatore, ciò non sempre avviene in tempi rapidi in quanto il notaio potrebbe non venire subito a conoscenza della morte del testatore.

Un altro sistema di ricerca è quello di consultare il “Registro Generale dei Testamenti”, il quale consente di conoscere se una persona deceduta abbia fatto testamento, in Italia o in uno degli Stati aderenti alla Convenzione internazionale di Basilea istituita appunto per facilitare la ricerca dei testamenti.

Da ricordare comunque che, qualora troviate il testamento del vostro caro, per farlo valere dovete farlo pubblicare davanti a un notaio, in caso contrario infatti non potete far valere i vostri diritti nei confronti di terzi.

Una volta accertata l’esistenza o meno di un testamento, occorre procedere alla ricostruzione dell’asse ereditario

La ricostruzione dell’asse ereditario

Se ci si trova fra i chiamati all’eredità, per successione legittima o per testamento, ci si troverà nella condizione, al fine di stabile la propria quota, di dover ricostruire il patrimonio del defunto mediante la ricerca di tutti i beni mobili ed immobili come ad esempio di conti correnti, di polizze vita, fondi di investimento, la ricerca di proprietà immobiliari ed eventuali partecipazioni societarie.

E’ necessario ricordare che la massa ereditaria è costituita dalla totalità dei rapporti giuridici sia attivi che passivi che facevano capo al soggetto scomparso, per cui anche i debiti del defunto dovranno essere individuati, in quanto gli stessi dovranno essere detratti dall’attivo.

Allo scopo di stimare l’asse ereditario occorre, altresì, ricostruire idealmente l’intero patrimonio del de cuius, procedendo, mediante un’operazione simulata, alla riunione delle donazioni effettuate in vita e dei beni relitti.

Con quest’azione fittizia, i beni donati rimarranno in possesso ai donatari (i quali dovranno restituirli, in tutto o in parte, soltanto in caso di successione necessaria e soltanto se l’annullamento delle disposizioni testamentarie non è sufficiente all’integrazione della quota legittima lesa), mentre all’asse ereditario sarà imputato il loro valore.

In concreto, per  il calcolo delle suddette quote, sarà necessario sommare il valore dei beni che il defunto ha lasciato alla sua morte con il valore dei beni di cui il testatore abbia disposto, con donazioni, durante la propria vita. Ciò per evitare che il testatore possa eludere le norme sulla successione, donando in favore di un solo soggetto (per esempio, un solo figlio) la maggior parte dei propri beni. Dall’importo che si ottiene da tale addizione bisogna sottrarre eventuali debiti.

Pertanto, al momento dell’apertura della successione, per ricostruire il complesso patrimoniale del defunto dovrà essere contattato, per esempio, il suo commercialista o altri professionisti che curavano i suoi interessi. Verificare presso il catasto o la camera di commercio se il defunto fosse titolare di proprietà immobiliari, terreni oppure partecipazioni societarie; infine, contattare gli istituti bancari per controllare se fosse titolare di conti correnti, polizze vita, fondi di investimento e altri strumenti finanziari.

Tale fase è molto importante per comprendere esattamente a cosa e quanto si ha diritto.

E’ chiaro che anche in relazione a questa fase i tempi per la successione a causa di morte possono variare.

Accettazione dell’eredità

Una volta ricostruito perfettamente l’asse ereditario, si può procede all’accettazione dell’eredità.

L’accettazione si distingue in: pura e semplice o con beneficio di inventario.

Con la prima si verifica una confusione tra il patrimonio del defunto e quello dell’erede, che diventano un patrimonio solo. Se invece, il chiamato all’eredità accetta con beneficio di inventario, non si produce la confusione di patrimoni, con l’effetto che si risponderà dei debiti del de cuius soltanto entro i limiti di quanto ereditato.

L’accettazione può essere espressa (cioè con esplicita manifestazione di volontà) o tacita (ovvero quando il chiamato compie atti che presuppongono necessariamente la volontà di accettare.

Il diritto ad accettare l’eredità si prescrive in 10 anni dalla data di apertura della successione.

Anche per questa fase i tempi possono essere più o meno lunghi, specie se si sceglie di procedere con il beneficio di inventario

La voltura catastale

Per trasferire completare la procedura di trasferimento della proprietà dal de cuius agli eredi o a un erede specifico è necessario effettuare una voltura catastale. Si tratta di un adempimento necessario quando nell’eredità ci sono beni immobili.

Nelle successioni ereditarie spetta a chi ha presentato la dichiarazione di successione (cioè agli eredi, ai loro tutori o curatori, agli amministratori dell’eredità o agli esecutori testamentari) presentare la domanda di voltura.

Dopo aver registrato la dichiarazione di successione presso un ufficio delle Entrate, il contribuente ha trenta giorni di tempo per presentare la richiesta di voltura all’ufficio provinciale – Territorio dell’Agenzia competente.

Può scegliere di recarsi presso quello più vicino alla sede delle Entrate dove ha registrato la successione oppure quello nella cui circoscrizione si trovano i beni trasferiti. In alternativa, la dichiarazione può essere spedita per posta raccomandata o per posta elettronica certificata all’indirizzo Pec dell’ufficio provinciale – Territorio competente.

Con la voltura catastale i beni immobili saranno formalmente intestati agli eredi o legatari.

Come si sblocca un conto corrente?

Tra i beni mobili presenti nell’eredità il più comune è sicuramente il denaro. Spesso il de cuius ha lasciato cospicue somme di denaro su un conto corrente bancario, ed è interesse (oltre che diritto) degli eredi accedere a queste somme.

Ci arrivano spesso email con oggetto del tipo ” tempi sblocco conto corrente successione” oppure ” come sbloccare conto corrente eredità”. Visto che è una domanda molto comune, vediamo insieme come procedere.

Per riuscire ad ottenere dalle banche lo sblocco del conto corrente di una persona defunta bisogna seguire una specifica procedura che prevede:

  1. Effettuare comunicazione alla banca della scomparsa del titolare del conto corrente;
  2. Presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate;
  3. Presentare in banca di una copia registrata della dichiarazione di successione;
  4. Presentare in banca certificato di morte rilasciato dal Comune dove è avvenuto il decesso;
  5. Presentare atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
  6. Presentare copia conforme del verbale di pubblicazione o di attivazione del testamento, in presenza di testamento.

Se il defunto titolare di un conto corrente ha lasciato testamento, è obbligatorio presentare in banca, insieme all’altra documentazione, anche la copia del verbale di pubblicazione del testamento e della sua attivazione.

Una volta presentata alla banca la documentazione richiesta, i tempi per lo sblocco del conto corrente possono essere di qualche settimana o mesi (molto dipende anche dall’organizzazione interna alla banca).

Conclusioni tempi della successione

Come avrai certamente compreso determinare esattamente i tempi di attesa per una successione non è possibile.

Riceviamo tutti i giorni email e massaggi aventi oggetto formalmente diverso (le più comuni sono: successioni ereditarie tempi, successione ereditaria tempi e costi, successioni tempi) ma contenenti sostanzialmente le stesse richieste.

Purtroppo, senza avere esatta contezza della specifica situazione, non siamo in grado di fornire una risposta precisa. Il consiglio che possiamo offrire è di affidarsi a professionisti davvero esperti in diritto delle successioni, così da essere seguiti per tutta la procedura evitando errori ed inutili ritardi.

Il nostro studio legale è specializzato in diritto delle successioni e opera da anni i questa difficile e complessa materia, assistendo eredi, legatari, donatari e creditori in tutta Italia.

Grazie agli strumenti tecnologici di cui disponiamo, possiamo affiancarti in tutta la procedura successoria (dalla ricerca del testamento fino alle volture catastali) aiutandoti a risparmiare tempo e denaro.

Operiamo in tutta Italia, offrendo un servizio consulenziale, online o in presenza, superiore a quello che ci si può aspettare da un avvocato inteso nel senso tradizionale del termine.

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Avv. Antonio Strangio

Avvocato per vocazione, sono appassionato di diritto delle successioni e diritto di impresa. Materie su cui si focalizza la mia attività professionale. 

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