avvocato per successione ereditaria

Articolo di Antonio Strangio

La successione del minore è possibile, ma con una serie di tutele

successione minore
avvocato per successione ereditaria
Articolo di Antonio Strangio

La successione del minore è possibile, ma con una serie di tutele

La successione ereditaria è un processo delicato e complesso, che può diventare ancora più intricato quando tra gli eredi figurano dei minori. In questi casi, è fondamentale conoscere le norme e le procedure specifiche previste dalla legge italiana per tutelare i diritti e gli interessi dei più piccoli.

Prima di addentrarci nel dettaglio, è importante definire chi è considerato “minore” nel contesto della legge italiana sull’eredità. Secondo l’ordinamento italiano, un minore è una persona che non ha ancora raggiunto la maggiore età, ovvero i 18 anni. Questa definizione è fondamentale per comprendere l’applicabilità delle norme specifiche che regolano la successione ereditaria dei minori. 

Quando un minore è coinvolto in una successione, la legge prevede una serie di tutele e controlli per garantire che i suoi interessi siano sempre prioritari. Uno dei principali strumenti di protezione è l’obbligo di accettare l’eredità con beneficio d’inventario, sancito dall’articolo 471 del Codice Civile.

Inoltre i genitori, come rappresentanti legali, hanno il compito di amministrare i beni ereditati dal figlio minore, agendo sempre nel suo superiore interesse. Tuttavia, la legge non li lascia soli in questo delicato incarico: prevede una serie di tutele e controlli, come l’intervento del Giudice Tutelare per autorizzare gli atti di straordinaria amministrazione.

  • Cosa significa esattamente accettare con beneficio d’inventario? 
  • Quali sono i poteri e i limiti dei genitori nella gestione dell’eredità? 
  • Quando è necessario l’intervento del Giudice Tutelare? 
  • E come funziona la dichiarazione di successione in presenza di eredi minorenni?

Se vi state ponendo queste domande, siete nel posto giusto. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio tutti gli aspetti legali e pratici della successione ereditaria dei minori. 

Non solo una guida tecnica, ma anche e soprattutto uno strumento di consapevolezza e responsabilità genitoriale. Perché, quando si tratta di eredità e minori, non ci sono solo patrimoni da gestire, ma soprattutto futuro e benessere dei nostri figli da costruire e tutelare.

Chi sono gli eredi legittimari?

Prima di addentrarci nelle specifiche della successione ereditaria dei minori, è fondamentale capire chi sono gli “eredi legittimari” e perché questa nozione è rilevante quando a ereditare è un minore.

Gli eredi legittimari sono quei soggetti a cui la legge riserva una quota del patrimonio del defunto, indipendentemente dalla presenza o meno di un testamento. In altre parole, anche se il defunto ha lasciato disposizioni testamentarie, non può in alcun modo escludere dalla successione gli eredi legittimari o attribuire loro una quota inferiore a quella prevista dalla legge.

Tra gli eredi legittimari figurano, in primo luogo, i figli del defunto, siano essi minorenni o maggiorenni. Ed è proprio qui che si innesta il tema specifico della successione dei minori: quando a ereditare è un figlio minorenne, infatti, entrano in gioco una serie di tutele e procedure speciali volte a proteggere i suoi interessi.

La successione del minore: il ruolo dei genitori

Quando un minore eredita, la legge prevede la presenza di figure che lo rappresentino e tutelino i suoi interessi. I genitori, in qualità di rappresentanti legali del minore, svolgono un ruolo fondamentale nella gestione dell’eredità. Essi hanno il potere di:

  • Accettare o rinunciare all’eredità in nome e per conto del minore.
  • Amministrare i beni ereditari nell’interesse esclusivo del minore.
  • Rappresentare il minore in tutti gli atti relativi alla successione.

I genitori come rappresentanti legali del minore

In base alla legge italiana, i genitori esercitano congiuntamente la responsabilità genitoriale e rappresentano i figli minorenni in tutti gli atti civili e ne amministrano i beni. Questo significa che, in caso di successione ereditaria, sono i genitori a prendere tutte le decisioni relative all’accettazione dell’eredità e alla gestione dei beni ereditati, sempre nell’interesse esclusivo del figlio minore.

Ma cosa succede se uno dei genitori non può o non vuole esercitare la responsabilità genitoriale? 

In questi casi, la rappresentanza del minore spetta in via esclusiva all’altro genitore

Se invece entrambi i genitori sono impossibilitati (perché deceduti, dichiarati decaduti dalla responsabilità genitoriale o per altre gravi ragioni), sarà il Giudice Tutelare a nominare un curatore che si occuperà di rappresentare il minore nella gestione dell’eredità.

Poteri e limiti nell’amministrazione dei beni ereditari

I genitori, in qualità di rappresentanti legali, hanno il potere di amministrare i beni ereditati dal figlio minore. Questo significa che possono compiere tutti gli atti di ordinaria amministrazione, come ad esempio riscuotere i crediti, pagare i debiti ereditari, stipulare contratti di locazione di breve durata per gli immobili ereditati.

Tuttavia, la legge pone dei limiti precisi all’autonomia gestionale dei genitori, proprio a tutela degli interessi del minore. Per tutti gli atti di straordinaria amministrazione, che esulano cioè dall’ordinaria gestione del patrimonio e potrebbero avere un impatto significativo sul suo valore, i genitori devono chiedere l’autorizzazione preventiva del Giudice Tutelare.

 Esempi di atti di straordinaria amministrazione includono:

  • Accettare donazioni a nome del minore
  • Stipulare contratti di locazione di lunga durata per immobili ereditati
  • Effettuare investimenti finanziari con i fondi ereditati
  • Costituire pegni o fideiussioni a garanzia di debiti

L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario

Quando si parla di successione ereditaria, un concetto chiave da conoscere è quello dell’accettazione dell’eredità. In generale, l’erede ha due opzioni:

  • Accettare l’eredità in modo puro e semplice
  • Accettare con beneficio d’inventario

Ma quando a ereditare è un minore, la scelta non è libera: la legge impone l’accettazione con beneficio d’inventario come unica modalità possibile.

Cos’è l’accettazione con beneficio d’inventario e perché è obbligatoria per i minori

Accettare un’eredità con beneficio d’inventario significa, in parole semplici, tenere separato il proprio patrimonio personale da quello ereditato.

Questa procedura, fondamentale per la tutela del minore, consente di:

  • Limitare la responsabilità del minore al valore dei beni ereditati, evitando che debba rispondere dei debiti del defunto con il proprio patrimonio personale. Accettare un’eredità con beneficio di inventario significa che il minore è responsabile per eventuali debiti o passività fintanto che questi non superano il valore dell’eredità.
  • Redigere un inventario dettagliato dei beni che compongono l’eredità, garantendo trasparenza e una corretta gestione del patrimonio. Questo inventario fornisce una chiara visione del patrimonio ereditato, proteggendo gli interessi del minore.

Si tratta di un atto formale che deve essere compiuto dai genitori, o dal curatore, in qualità di rappresentanti legali del minore, con l’assistenza di un notaio.

Ecco i passaggi principali:

  1. Presentare un’istanza al Giudice Tutelare per ottenere l’autorizzazione ad accettare l’eredità con beneficio d’inventario in nome e per conto del minore.
  2. Una volta ottenuto il via libera del Giudice, i genitori (o il curatore) dovranno recarsi da un notaio per redigere l’atto formale di accettazione beneficiata.
  3. Il notaio provvederà a redigere l’atto pubblico di accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario, recependo l’autorizzazione del Giudice Tutelare.
  4. Contestualmente o in un momento successivo, sempre su istanza dei rappresentanti del minore, il notaio procederà alla redazione dell’inventario, elencando dettagliatamente tutti i beni e i rapporti attivi e passivi che compongono l’eredità.

Una volta perfezionata l’accettazione con beneficio d’inventario, il minore diventa erede a tutti gli effetti, ma con una fondamentale limitazione di responsabilità rispetto ai debiti del defunto.

Sarà tenuto a farvi fronte solo nei limiti di quanto ricevuto in eredità, senza che il proprio patrimonio personale possa essere intaccato.

Facciamo un esempio concreto:

Immaginiamo che un padre, alla sua morte, lasci al figlio minorenne un appartamento dal valore di 100.000 euro, ma anche debiti per 150.000 euro. Se l’eredità viene accettata con beneficio d’inventario, il minore risponderà dei debiti solo fino a 100.000 euro, cioè fino al valore dell’immobile ereditato. Se invece l’accettazione fosse pura e semplice, il minore dovrebbe rispondere dei debiti anche oltre il valore di quanto ereditato e lo dovrebbe fare con il proprio patrimonio personale.

Si capisce quindi l’importanza di questa tutela, volta a preservare il patrimonio del minore da passività che potrebbero eccedere l’attivo ereditario.

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Testamento e successione del minorenne

Finora abbiamo parlato di successione legittima, cioè quella che segue le regole stabilite dalla legge in assenza di un testamento. Ma cosa succede se il defunto ha lasciato disposizioni testamentarie? E soprattutto, come si conciliano le volontà del testatore con le specifiche tutele previste per i minori?

Rispetto delle volontà espresse nel testamento

La presenza di un testamento influisce sicuramente sulla devoluzione dell’eredità, in quanto esprime le ultime volontà del defunto sulla destinazione del suo patrimonio.

In linea generale, queste volontà devono essere rispettate, a meno che non contrastino con norme imperative di legge.

Questo significa che se il defunto ha nominato il minore come erede o legatario nel testamento, attribuendogli determinati beni o diritti, queste disposizioni saranno valide ed efficaci, sempre che non ledano i diritti dei legittimari.

Tutele per gli eredi minorenni in presenza di testamento

Tuttavia, la presenza di un testamento non fa venir meno le specifiche tutele che la legge prevede per i minori in ambito successorio.

Anche in questo caso, infatti, varranno le seguenti regole:

  • L’accettazione dell’eredità potrà avvenire solo con beneficio d’inventario, mai in modo puro e semplice.
  • Saranno sempre i genitori (o il curatore) a dover agire in rappresentanza del minore, sia per l’accettazione che per il compimento di atti dispositivi sui beni ereditati.
  • Per gli atti di straordinaria amministrazione sarà sempre necessaria la preventiva autorizzazione del Giudice Tutelare.

In altre parole, la presenza di un testamento non elimina né attenua le cautele poste a protezione del patrimonio e degli interessi del minore.

Conflitto tra disposizioni testamentarie e interessi del minore

Può accadere che le disposizioni contenute nel testamento, pur essendo legittime e valide, si pongano in contrasto con gli interessi del minore erede o legatario.

Si pensi, ad esempio, al caso in cui il testatore abbia disposto la vendita di un immobile attribuito al minore, magari a condizioni svantaggiose o in un momento poco opportuno.

In situazioni di questo tipo, sarà fondamentale l‘intervento del Giudice Tutelare.

I genitori (o il tutore), prima di dare esecuzione alle disposizioni testamentarie, dovranno sottoporre la questione al Giudice, il quale valuterà se autorizzare o meno il compimento dell’atto, sempre avendo come bussola il superiore interesse del minore.

Se riterrà che l’atto disposto dal testatore possa pregiudicare il minore, il Giudice Tutelare potrà:

  • Negare l’autorizzazione al compimento dell’atto;
  • Dettare condizioni e cautele specifiche per il compimento dell’atto, in modo da salvaguardare gli interessi del minore;
  • Nei casi più gravi, nominare un curatore speciale che affianchi o sostituisca i genitori nella gestione di quello specifico affare.

In ogni caso, quindi, l’interesse del minore sarà sempre preminente rispetto alle disposizioni testamentarie, grazie al decisivo ruolo di controllo e supervisione svolto dal Giudice Tutelare.

Il ruolo del giudice tutelare

Nei paragrafi precedenti abbiamo più volte accennato al ruolo del Giudice Tutelare nella successione ereditaria del minore. È giunto il momento di approfondire questa figura chiave, vero e proprio perno del sistema di tutele predisposto dal legislatore a salvaguardia degli interessi dei minori.

Funzione di garanzia e protezione degli interessi patrimoniali del minore

Il Giudice Tutelare è un magistrato specializzato che opera nell’ambito del Tribunale Ordinario. La sua funzione principale è quella di vigilare sull’operato dei genitori, o del curatore, nell’amministrazione del patrimonio del minore, garantendo che ogni scelta sia improntata alla cura e alla promozione dei suoi interessi.

In ambito successorio, il Giudice Tutelare svolge un ruolo di controllo e di indirizzo fondamentale:

  • Verifica che l’accettazione dell’eredità avvenga sempre con beneficio d’inventario, mai in modo puro e semplice;
  • Valuta se autorizzare o meno il compimento di atti di straordinaria amministrazione sui beni ereditati dal minore;
  • Vigila sull’operato dei genitori, o del tutore, nella gestione del patrimonio ereditario, potendo sempre chiedere rendiconti e informazioni;
  • Interviene in caso di conflitti di interesse o impedimenti dei genitori, nominando se necessario un curatore speciale.

Autorizzazione per atti di straordinaria amministrazione

Abbiamo già visto che per il compimento di atti di straordinaria amministrazione sui beni ereditati dal minore è sempre necessaria la previa autorizzazione del Giudice Tutelare. Ma come si ottiene questa autorizzazione?

I genitori, o il tutore, dovranno presentare un‘apposita istanza al Giudice Tutelare, specificando:

  • L’atto che intendono compiere (ad esempio, la vendita di un immobile ereditato dal minore);
  • Le ragioni per cui ritengono l’atto necessario o vantaggioso per il minore;
  • Le modalità di impiego del ricavato dell’atto (ad esempio, la reimpiego del prezzo di vendita dell’immobile in un investimento più redditizio).

Il Giudice Tutelare, ricevuta l’istanza, valuterà attentamente se l’atto proposto risponda effettivamente all’interesse del minore. A tal fine, potrà assumere informazioni, chiedere chiarimenti ai genitori o al tutore, e acquisire documenti.

Se riterrà l’atto rispondente all’interesse del minore, concederà l’autorizzazione, eventualmente dettando condizioni e cautele specifiche. In caso contrario, negherà l’autorizzazione, motivando la sua decisione.

È importante sottolineare che l’autorizzazione del Giudice Tutelare è condizione di validità dell’atto: un atto di straordinaria amministrazione compiuto senza previa autorizzazione è annullabile e può esporre i genitori (o il tutore) a responsabilità.

Nomina di un curatore speciale 

Può accadere che i genitori del minore, pur essendo i suoi rappresentanti legali, si trovino in una situazione di conflitto di interessi con lui o siano temporaneamente impossibilitati ad agire, ad esempio, per malattia o assenza.

In questi casi, il Giudice Tutelare può nominare un curatore speciale che affianchi o sostituisca i genitori nella cura degli interessi del minore, specificamente in relazione all’eredità.

Il curatore speciale ha il compito di rappresentare il minore nel compimento di uno o più atti determinati, sempre sotto il controllo e con l’autorizzazione del Giudice Tutelare. La sua funzione è transeunte e limitata al superamento della situazione di conflitto o di impedimento dei genitori.

La nomina di un curatore speciale è un rimedio estremo, a cui il Giudice Tutelare ricorre solo quando strettamente necessario per la salvaguardia degli interessi del minore. È comunque una dimostrazione dell’elasticità e della completezza del sistema di tutele predisposto dall’ordinamento a favore dei minori, in grado di far fronte anche alle situazioni più complesse e delicate.

Il minore straniero

Le norme sulla successione ereditaria del minore si applicano anche quando il minore è cittadino straniero . In questo caso, potrebbero sorgere delle complicazioni legate alla legge nazionale del minore, soprattutto se questa prevede norme diverse in materia di eredità. È fondamentale, quindi, rivolgersi a un professionista esperto in successioni internazionali per valutare attentamente la situazione e garantire il rispetto di tutte le normative applicabili.

La dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione è un atto fiscale obbligatorio che deve essere presentato all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla data del decesso. Nella dichiarazione di successione devono essere indicati:

  • I dati anagrafici del defunto e degli eredi.
  • I beni che compongono l’eredità.
  • I debiti del defunto.

Nel caso di successione ereditaria del minore, la dichiarazione di successione deve essere presentata dai genitori, in qualità di rappresentanti legali. La mancata presentazione della dichiarazione di successione entro i termini previsti può comportare sanzioni pecuniarie e problemi legali. È quindi fondamentale rispettare questa scadenza per evitare complicazioni e garantire una corretta gestione dell’eredità.

Riflessioni conclusive sulla successione del minore

Giunti al termine di questo excursus sulla successione ereditaria dei minori, possiamo trarre alcune considerazioni conclusive.

L’ordinamento italiano predispone un articolato sistema di tutele volto a proteggere gli interessi patrimoniali dei minori coinvolti in una vicenda successoria, sia come eredi che come legatari.

Il cuore di questo sistema è l’accettazione con beneficio d’inventario, una sorta di “salvagente” che permette al minore di diventare erede senza il rischio di dover pagare i debiti del defunto oltre il valore di ciò che ha ereditato.

Ma non è l’unico strumento: al fianco del minore c’è sempre il Giudice Tutelare, un vero e proprio “angelo custode” che vigila sull’operato dei genitori, o del tutore, nell’amministrazione del patrimonio ereditato, pronto a intervenire per correggere eventuali errori o per dare il via libera alle scelte più importanti.

Tuttavia, la complessità della materia e la delicatezza degli interessi in gioco rendono spesso indispensabile, per i genitori, o per il tutore, avvalersi dell’assistenza di un professionista esperto, in grado di orientarli nelle scelte più corrette e di assisterli nell’espletamento degli adempimenti necessari.

Io mi occupo da anni di tutelare i minori nelle vicende ereditarie. So quanto possa essere difficile per un genitore dover pensare a questioni legali e burocratiche mentre sta elaborando un lutto o sta affrontando un passaggio di vita così delicato.

Il mio impegno è proprio quello di sollevare mamma e papà (o chi ne fa le veci) da ogni preoccupazione, prendendomi cura di tutti gli aspetti legali della successione: che si tratti di capire se è meglio accettare l’eredità o rinunciarvi, di preparare i documenti per il Giudice Tutelare, di fare l’inventario o di amministrare i beni ereditati, potete contare sulla mia assistenza.

Se state vivendo una successione che coinvolge un minore e avete bisogno di un parere o di un aiuto concreto, il mio studio è a vostra disposizione. Sarò felice di mettere la mia esperienza al servizio dei vostri figli e della loro serenità.

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Avv. Antonio Strangio

Avvocato per vocazione, sono appassionato di diritto delle successioni e diritto di impresa. Materie su cui si focalizza la mia attività professionale. 

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